Fecondazione, Gallo : punto per punto la risposta alla crociata della Roccella

Dichiarazione di Filomena Gallo, segretario dell' ass. Luca Coscioni:
Non si ferma la crociata dell’onorevole Roccella: dopo aver convocato una conferenza stampa insieme a Calabrò e Sacconi per ripristinare i divieti della legge 40, smantellati in Tribunale e con gli interventi della Corte Costituzionale, invia una lettera ai parlamentari in cui li investe del compito di commentare e adoperarsi per fronteggiare quelle che ritiene gravissime criticità sviluppatesi dopo il trentunesimo pronunciamento giudiziario contro la legge 40.
Spiace constatare l’incapacità politica, giuridica e civile dell’onorevole Roccella di adeguarsi ad una sentenza della Corte Costituzionale e al volere dei cittadini italiani, danneggiati per dieci anni dagli assurdi e incomprensibili divieti della legge 40. La sua presunta opera di moralizzazione risulta davvero fuori luogo e se non fosse per le conseguenze che potrebbe arrecare sarebbe da definirsi ridicola.
Innanzitutto la sentenza non crea alcun vuoto normativo: la Corte Costituzionale già nel 2005, nell’ammettere il quesito referendario per l’abrogazione del divieto di eterologa, affermò che non si creava vuoto normativo; inoltre restano in vigore le tutele per i nati, per la coppia e l’assenza di rapporto giuridico con i/le donatori/trici. A rafforzare gli standard di sicurezza sanitaria e sui dati ci sono le normative comunitarie recepite e in vigore in Italia su tracciabilità, sicurezza, lavorazione e donazione di gameti.
Occorre, inoltre, precisare all' onorevole Roccella che ciò che è accaduto all' ospedale Pertini non ha nulla anche fare con il divieto cancellato dalla Corte. Le coppie avevano chiesto di accedere a tecniche omologhe e a loro insaputa è stata applicata una eterologa per responsabilità della Regione e della struttura che non ha effettuato i dovuti controlli.
La difesa ossessiva di questa legge, modificata dalla Corte costituzionale per ben due volte, andrebbe sostituita da un’altra battaglia di civiltà per i cittadini italiani: l’ inserimento nei Lea dell’infertilità e della sterilità, patologie da contrastare con ogni mezzo secondo l’OMS.
Ma analizziamo punto per punto le richieste della Roccella ad un Parlamento che in realtà non ha necessità di legiferare in materia:
Per ciò che troviamo scritto ai punti ‘1) Conoscenza delle modalità con cui il soggetto è stato concepito e 2) Anonimato o meno del donatore’ della lettera dell’onorevole Roccella rispondiamo in forza di quanto previsto dalla legge in vigore:
la legge 40 - al capo terzo articoli 8 e 9 - prevede che i figli nati da eterologa sono figli legittimi della coppia; non hanno alcun rapporto giuridico con i donatori dei gameti; la coppia che accede alla donazione dei gameti non può disconoscere il nato. In questo modo sono affermate le tutele per tutti i soggetti coinvolti nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita come previsto dalla legge stessa.
Per quanto concerne il punto ‘5) Accesso all’eterologa’ rincresce dover constatare che si tratta di una ulteriore discriminazione, anticostituzionale secondo l'art 3, sul quale si è basata la Corte Costituzionale nell'emanare la precedente decisione del 9 aprile, e che sancisce che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"
Altro drammatico scenario ipotizzato dalla Roccella è quello della commercializzazione dei gameti come scrive nel punto ‘6) Gratuità della cessione di gameti’ . Peccato che dimentica o non sa che in Italia sono in vigore le norme che hanno recepito le Direttive comunitarie su conservazione, donazione, lavorazione, tracciabilità e sicurezza (Direttive 2004/23/CE; 2006/17/12/CE; 2006/86/CE) con i decreti legislativi 191/07-16/10-85/12 e del 10 ottobre 2012. Tali norme in vigore hanno trasformato i centri di fecondazione in Istituti dei tessuti, obbligati ad attenersi a tutte le prescrizioni e regole che sono previste a livello comunitario, tra cui il divieto di commercializzazione di gameti e embrioni, consentendo solo un rimborso spese.
Avviandoci alla conclusione, e cioè ai punti ‘7. Cessione di gameti tra familiari 8. Tracciabilità donatori– nati. 9. Recepimento direttive UE’ è semplice precisare chetutte le norme nazionali e comunitarie prevedono la gratuità della donazione e al massimo un rimborso spese ed è previsto un sistema rigiro di tracciabilità, sicurezza e conservazione dati per 30 anni.
Appena sarà in Gazzetta Ufficiale i centri di fecondazione assistita potranno nuovamente accogliere, come prima del 2004, le coppie che necessitano di questa particolare cura. Nella fase iniziale potrebbe esserci un problema determinato dall’assenza di disponibilità di gameti donati disponibili per la fecondazione, ma tale mancanza potrà essere colmata con l’importazione dall’estero ai sensi del decreto ministeriale 10.10.2002 che in sintesi prevede regole precise per l’importazione e esportazione di gameti e embrioni da Paesi appartenenti all’Unione Europea e anche da Paesi non appartenenti.
Sarà convocata una conferenza stampa per chiarire - si spera per l'ultima volta - che non c'è vuoto normativo a seguito di tale decisione e che l'assetto normativo italiano consente l'immediata applicazione della tecnica, sperando che la classe politica sia capace di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale e non cerchi di introdurre subdoli divieti che possano bloccare la fecondazione eterologa e il desiderio di tante coppie di avere un figlio.
© 2014 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
SU
Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.