Utero surrogato, Ass. Coscioni: in Italia vietato solo se commercializzato. Si all'informazione del Ministero ma corretta

Comunicato stampa dell'Associazione Luca Coscioni
"In Europa, esistono legislazioni che permettono la pratica dell'utero surrogato regolato per legge e disciplinato in maniera del tutto legale. Inoltre nel nostro Paese la legge 40 del 2004 prevede che i figli nati da tecniche vietate nel nostro Stato siano considerati figli legittimi della coppia e non è possibile effettuare il divieto di paternità", dichiara l'avv. Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni.
Come ha evidenziato l'avvocato Francesca Re, membro di giunta dell'Associazione Luca Coscioni nel commentare la sentenza del Tribunale di Milano del 15 ottobre 2013, relativamente al caso di una coppia sterile che si è rivolta ad un centro ucraino per la maternità surrogata "Su questo punto, ed in via preliminare, occorre evidenziare che nell’agosto 2011 il Ministero degli Esteri diffuse un documento destinato alle ambasciate italiane il quale forniva indicazioni precise sul comportamento che il funzionario consolare dovesse assumere in presenza di una sospetta maternità surrogata. Il documento afferma letteralmente che “in presenza di atti di nascita formalmente validi, il funzionario consolare sebbene a conoscenza del fatto che la nascita aderivi da maternità surrogata, deve accettare gli atti e inoltrarli al Comune competente dando tuttavia nel contempo opportuna informazione delle particolari circostanza della nascita al Comune e alla procura della Repubblica”. E’ dunque prassi comune che il funzionario consolare accetti gli atti già perfezionati e li inoltri al competente comune per la trascrizione. Solo in un momento successivo, eventualmente, si darà inizio ad un accertamento dei fatti in sede penale, con riferimento al reato di alterazione di stato".
"I tribunali però stanno archiviando tutti questi casi - conclude Gallo - ed è bene precisare che l'utero surrogato in Italia è vietato, in base alla legge 40, solo se commercializzato e che nel 2000 il Tribunale di Roma ha autorizzato questa pratica se applicata su base solidale senza commercializzazione del corpo o di parti di esso nel pieno rispetto delle norme in vigore nel nostro Paese e delle norme comunitarie. Quindi bene che il Ministero della Salute faccia informazione, ma informazione corretta".
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