Giustizia. Vecellio: se Berlusconi andasse a trovare Pannella per poi tornare a fare quella politica liberale e riformatrice della giustizia a cui aveva aderito firmando i dodici referendum...

A Furio Colombo: il rischio sono strade e piazze intitolate al politico ignoto ed ignorato...
"Al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che continua a dirsi vittima di ingiuste sentenze che lo hanno condannato, di persecuzioni giudiziarie, e che dice di voler riformare radicalmente la giustizia, verrebbe da consigliare un gesto che avrebbe un grande significato umano e politico: andare a trovare Marco Pannella impegnato come mai in queste ore nell'unica vera, concreta iniziativa politica per una giustizia giusta, a favore dei diritti umani e civili di migliaia di cittadini detenuti - violazioni rubricabili come vere e proprie torture - e perché finalmente lo stato italiano rispetti le sue stesse leggi". È quanto scrive Valter Vecellio della direzione nazionale di Radicali italiani per il periodico "Notizie Radicali".
"Si può tuttavia, esser quasi sicuri che in questo momento Berlusconi sia in sintonia e concordia con il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, con nettezza e brutalità non da ora si è dichiarato in totale dissenso con le proposte e le iniziative di Pannella e dei radicali. Vero è che Berlusconi ha firmato tutti e dodici i referendum radicali, anche quelli che lo vedevano in dissenso, perché, dichiarò era giusto che su quei temi importanti decidesse il popolo italiano. Ma quella sembra una pagina che Il leader di Forza Italia si è lasciato alle spalle, per combattere una sua personale e personalistica battaglia di cartapesta con la maggioranza dei Renzi e degli Alfano. Sarebbe auspicabile che Berlusconi tornasse a chiedere consiglio come un tempo a Pannella. Ne ricaverebbe certamente conforto umano e politico. Ma a quanto pare è altra la partita che il leader di Forza Italia intende giocare: una partita interna al regime della democrazia "reale" che da sessant'anni ci sgoverna, e non suo antagonista. È anche per questo che Pannella, Bonino, Bernardini, i radicali con protervia e pervicacia sono esclusi dai programmi politici trasmessi dalle Tv pubbliche e private. Lo diciamo a Furio Colombo, che su "Il Fatto" ricava, da questa esclusione, motivo di quasi conforto. Ve lo immaginate, chiede Colombo, Pannella a un "porta a porta" tagliato su misura su di lui, come accade agli altri ospiti. No, non sarebbe possibile certamente, e sicuramente sarebbero "Porta a porta", o "Ballarò", o "Servizio pubblico" altri, diversi da quelli che solitamente si vedono.
A Colombo, che ipotizza per un giorno lontanissimo, strade e piazze intitolate a Pannella "estraneo alla Tv truccata" diciamo però che il rischio è che si abbiano monumenti al "politico ignoto" e "ignorato" che non hanno avuto il modo di farsi conoscere e ri/conoscere. Proprio in questi giorni Ilvo Diamanti con il suo "Democrazia ibrida" ci dice che tutti gli strumenti telematici di democrazia "orizzontale" sono si importanti, ma che le Tv continuano ad avere un ruolo fondamentale nei processi di formazione del consenso, informazione e formazione.
Per tornare a Berlusconi: il leader di Forza Italia è davvero sicuro che non sia una buona mossa, anche per i suoi interessi, andare per un'ora ad ascoltare Pannella, e poi dare corpo e voce alle istanze liberali e riformatrici che sono l'essenza dell'azione politica dei radicali?
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