Bilancio. Magi: Roma si salva con operazione verità e legalità

I risultati della verifica amministrativo-contabile sul Comune di Roma aiutano operazione verità che come Radicali chiediamo da anni. Risanamento dovrebbe essere principale obiettivo politico di questa sindacatura ed elemento di discontinuità con gli ultimi venti anni di governo cittadino.
Da anni come Radicali chiediamo una seria operazione verità sulla gestione finanziaria del Comune di Roma e di Roma Capitale, arrivata a un doppio dissesto di fatto. Un'operazione che consenta ai cittadini romani (tra i più tassati d'Italia) di conoscere come si è arrivati a questa situazione con tutte le sue conseguenze.
Intervenendo in aula Giulio Cesare il 18 marzo scorso in occasione del Consiglio straordinario ho ricordato che "questa è una città in cui negli ultimi anni sono stati accumulati miliardi di euro nei confronti di fornitori di beni e servizi; in cui su un bilancio di 7 miliardi abbiamo investimenti per appena 500 milioni e tutte le risorse vincolate per investimenti sono state prosciugate per la spesa corrente. Roma è una città dove la maggior parte degli appalti ancora in anni recenti sono stati affidati senza gara e le principali aziende pubbliche sono state gonfiate e utilizzate come mangiatoie per le clientele".
L'operazione verità che non fu fatta nel 2008 quando – anche lì con il concorso del governo nazionale – si scelse di inaugurare la Gestione commissariale del debito del Comune di Roma creando un unicum giuridico che non è eguali nel mondo e si crearono anche i presupposti per la deresponsabilizzazione della classe dirigente cittadina attraverso un apparente “azzeramento” del debito pregresso. Ricordo che in quella fase gli esponenti del centrodestra si vantavano dell’operazione che era avvenuta senza che i romani si fossero accorti di niente, in modo indolore (ma sappiamo che non è così). Mentre gli esponenti del centrosinistra che aveva governato la città fino a quel momento parlavano di un “debito presunto” di cui non c’era alcuna certezza.
Che a quella fase di avvio non seguì come era doveroso una fase di razionalizzazione della macchina amministrativa e della gestione dei servizi pubblici locali , è un dato di fatto. Basti citare quanto ha rilevato nel 2012 la Sez. regionale di Controllo della Corte dei Conti, con la del. 22 : “In sostanza, sono stati evidenziati sintomi di perdurante presenza di quei fenomeni distorsivi che hanno determinato, nel passato, l’insorgenza degli squilibri, senza che risultino essere stati adottati provvedimenti in grado di stabilizzare la finanza capitolina”
Ora i risultati della verifica amministrativo-contabile ci parlano proprio di anomalo raggiungimento dell'equilibrio di bilancio di parte corrente mediante sistematico ricorso ad entrate straordinarie; di elevato ammontare di debiti fuori bilancio; elevati livelli di spesa di personale con particolare riguardo alle società partecipate, incarichi consulenze, lavoro interinale, servizi riguardanti il settore sociale, ecc.; elevato incremento, dal 2009, della spesa per prestazioni di servizio per trasporto e igiene urbana; ricorso all'affidamento diretto per appalti di servizi; scarsa capacità di riscossione a seguito degli accertamenti sui canoni pubblicitari o fitti attivi; di una serie di gravi irregolarità nella gestione contabile dell'ente; di pesanti criticità gestionali delle società partecipate; illegittimità nell'assunzione del personale.
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