Roberto Antonione ha aderito alla campagna "#Sbanchiamoli: fuori i partiti dalle banche. Credito a chi merita"

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Ha dichiarato, in occasione della presentazione della campagna e di una successiva tavola rotonda svoltesi lunedì 31 Marzo a Trieste:
Per chi ama la politica, queste sono iniziative che sollevano il morale: si parla di cose concrete, che incidono realmente su ognuno di noi.
Mi ritrovo pienamente d’accordo sulle questioni sollevate dai Radicali: è vero che la legge prevede che le fondazioni non abbiano il controllo delle banche; è altresì del tutto evidente che questo non solo sia disatteso, ma che spesso, oltretutto, a fronte di modeste quote di capitale detenute, le fondazioni si trovino ad esprimere grossa parte del board della banca partecipata.
Questa è una situazione che dovrebbe trovare risposte a livello normativo. Spero quindi che i radicali continuino a fare le battaglie che hanno sempre fatto, tra le quali proporre norme che favoriscano la trasparenza nel sistema dei partiti.
Non nego comunque di sentirmi a disagio pensando di essere stato membro del governo Berlusconi, governo che su proposta del suo Ministro dell’Economia ha approvato una legge che ha prodotto questa situazione.

In virtù della sua attuale posizione di consigliere comunale a Trieste, Antonione ha inoltre dichiarato:
Noi consiglieri comunali, così come tutti quelli che vengono nominati nelle varie Società ed Enti, siamo tenuti a rendere pubblici i nostri redditi e la nostra situazione patrimoniale , mentre ciò non vale per chi viene designato dal comune stesso nelle fondazioni: il Consiglio di Fondazione CRTrieste, ha espressamente sottolineato come i designati siano indicati dal comune, ma nominati dal Consiglio stesso; rispondono quindi a loro stessi, non ai cittadini. Così il legame col territorio non sussiste né dal punto di vista tecnico né da quello istituzionale. Anche se queste persone fossero dotate dei migliori curricula, a nessuno è dato di sapere come svolgono realmente il loro lavoro.
Inoltre, il meccanismo consente allo stesso Consiglio uscente di riconfermare i propri membri. A tal proposito, si sente spesso, parlare di caste: in questo caso, i consiglieri hanno potere di auto-nominarsi, non è dato di sapere cosa facciano, così come quanto prendano e a chi rispondano; si sa solo che gestiscono grosse quantità di denaro. Quella dei consiglieri delle fondazioni, è palesemente una casta.

Ha quindi concluso affermando che: “Se si dovesse andare ad indagare su malfunzionamenti dovuti all’ingerenza dei partiti, quello dei Consigli delle Fondazioni è il luogo giusto. Anche per questo penso che questa iniziativa vada sostenuta e propagandata.

NOTE:
Roberto Antonione è stato parlamentare per Forza Italia e PdL nelle legislature XIV-XV-XVI; ha ricoperto la carica di sottosegretario agli esteri nei governi Berlusconi II e III, dal 2001 al 2006.
Nel novembre del 2011, è figurato tra i deputati della maggioranza che non hanno votato il rendiconto generale dello stato, portando alla caduta del governo Berlusconi; in precedenza, Antonione aveva firmato, assieme ad altri deputati ex-Pdl, una lettera nella quale si chiedeva a Berlusconi di agire da uomo di Stato consentendo la formazione di un nuovo governo. Ha in seguito egli stesso lasciato il Pdl.
Attualmente svolge, da indipendente, la carica di consigliere comunale a Trieste, essendo stato sconfitto da candidato sindaco di un centrodestra locale frammentato, alle ultime elezioni comunali nel 2011. In quell’occasione, il suo nome era stato suggerito per il voto ai cittadini triestini anche da Marco Pannella; Antonione è stato infatti, in passato, più volte iscritto al Partito Radicale.

L’intervento integrale di Antonione, nell’ambito della tavola rotonda svoltasi a Trieste il 31 Marzo, è disponibile in formato audio a questo link.

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