Carceri/Giustizia: Delegazione Radicale incontra Sottosegretario Enrico Costa. Chiesti chiarimenti sui dati forniti dal Ministero e fornite informazioni sulle diffide presentate da Pannella e Rossodivita sulla "Pena illegale". Il Satyagraha prosegue

Questa mattina alle 9.30 una delegazione radicale ha incontrato a Via Arenula il Sottosegretario alla Giustizia Enrico Costa sulla situazione della giustizia e delle carceri e sull’iniziativa in corso di Satyagraha che vede ormai coinvolti 957 cittadini, in massima parte parenti di detenuti.
La delegazione era composta dalla Segretaria di Radicali italiani Rita Bernardini, dalla Presidente Laura Arconti (precisazioni), dalla Segretaria del "Detenuto Ignoto" Irene Testa, dall’avv. Giuseppe Rossodivita Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei e dalle sorelle Alessandra e Francesca Terragni animatrici delle azioni nonviolente fra i parenti dei carcerati.
La delegazione ha innanzi tutto rappresentato all’on Costa l’iniziativa in corso del Satyagraha per la quale Bernardini, Testa e le sorelle Terragni sono in sciopero della fame da 12 giorni:
Noi sosteniamo pienamente le ragioni, le proposte e le speranze del Messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha concluso il suo intervento al Parlamento sottolineando come per il nostro Paese ci sia l’obbligo di affrontare gli imperativi pronunciamenti europei sulla questione carceraria della giustizia e delle carceri; obblighi che l’Italia non può lasciar compromettere “da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica”. Il Presidente è stato chiarissimo sui provvedimenti di amnistia e di indulto, stante la scadenza del 28 maggio prossimo imposta dalla sentenza Torreggiani: tutti gli interventi varati o in discussione “inciderebbero – ha scritto Napolitano al Parlamento - verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea”. Noi seguiamo questa linea – hanno affermato i componenti della delegazione – e, con la nostra azione nonviolenta, che ha come interlocutori i legislatori, contiamo i giorni che ci separano dal 28 maggio, monitorando la situazione: oggi ne mancano 78, mentre sono 12 i giorni di Satyagraha e di sciopero della fame che stiamo portando avanti”.
Al sottosegretario sono stati chiesti chiarimenti sui dati forniti del Ministero della Giustizia che, ad avviso della delegazione, sono del tutto inattendibili sia sulla capienza regolamentare degli istituti penitenziari (che non tiene conto delle sezioni chiuse perché inagibili, in ristrutturazione o per carenza di personale), sia sui procedimenti penali che potrebbero cadere - liberando le intasatissime scrivanie dei magistrati - in caso di amnistia costituzionale (cioè decisa dal Parlamento che ne ha la responsabilità), la quale, invece, viene sistematicamente sostituita dall’amnistia illegale delle prescrizioni, decise dai Magistrati che, invece, dovrebbero attenersi al principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale. Su questo, il sottosegretario Costa si è impegnato a fare chiarezza anche informandosi sul sistema di rilevazione del CED del Ministero della Giustizia e dell’Istat.
Nel corso dell'incontro è stata anche illustrata al neo Sottosegretario l'iniziativa relativa alla diffida inoltrata da Marco Pannella, quale Presidente del PRNTT e dall'avv. Giuseppe Rossodivita, quale Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei, a 675 destinatari individuati in tutti coloro che, nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali ed amministrative, hanno in Italia la responsabilità di emettere ed eseguire ordini di esecuzione pena e di custodia cautelare in carcere. Il sottosegretario ha chiesto una copia dell'atto al fine di poter approfondire il tema proposto dalla diffida finalizzata a determinare l'insorgenza di un circolo virtuoso di comunicazione tra magistratura e DAP, con le articolazioni dei Provveditorati Regionali, volto ad impedire che in Italia vengano eseguite pene detentive e misure custodiali tecnicamente illegali.
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