Bolognetti: La Basilicata dei Fasci e delle Corporazioni

Eni

Da Il Quotidiano della Basilicata, 21 febbraio 2014

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Segretario Radicali Lucani

Un’indagine del Noe e dell’antimafia ipotizza che il colosso petrolifero di Stato, l’Eni, abbia smaltito illecitamente i suoi rifiuti. In attesa di poterne sapere di più, credo di poter affermare che questa indagine faccia emergere una Basilicata coast to coast che in pochi hanno voluto e saputo raccontare.

 

E’ la Lucania fenix, dove fai fatica a distinguere tra controllori e controllati. E’ un pezzo d’Italia che ricorda il Kazakistan questa nostra bella e amata terra di Basilicata.

E’ la terra dove solo pochi mesi fa petrolieri e sindacati, università e dipartimenti regionali annunciavano la costituzione del Gast(Gruppo di ascolto sui temi estrattivi per lo sviluppo del territorio lucano). Una roba degna dell’Italia dei Fasci e delle Corporazioni. Una roba, ne sono certo, che avrebbe attirato l’attenzione dell’autore de “I Padroni del Vapore”.

C’erano tutti nel “Gruppo di ascolto” che con un pizzico di ironia ebbi a definire “il telefono azzurro del petroliere”. Da Cristiano Re(Fondazione Mattei) a Pasquale Criscuolo(Eco Petrol, Service), da Mauro Fiorentino(Rettore Unibas) a Ida Leone(Assoil Basilicata), da Paolo Mistrulli(Banca d’Italia) a Giampiero Perri(Apt), da Michele Somma(Presidente Confindustria) a Pasquale Totaro(Presidente dell’Ente Parco Lagonegrese-Val D’Agri). 

Per capire - se vogliamo capire davvero - occorre innanzitutto comprendere cosa si muove attorno al mondo delle attività estrattive made in Lucania e le varie “articolazioni” di questo mondo.

Questa indagine della magistratura, nella quale si ipotizza quasi un lustro di illeciti smaltimenti e codici Cer taroccati, mi spinge inevitabilmente a porre le solite domande: chi doveva controllare? Chi ha validato le operazioni effettuate? Dov’erano gli enti pubblici a cui è demandato il compito di tutelare la nostra salute e l’ambiente nel quale viviamo?

Approfondimenti

Gazzetta del Mezzogiorno, 21 febbraio 2014

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