Giustizia/Carceri. Bernardini: bene Santacroce che ritiene necessario l’indulto; male invece la sua sottovalutazione dell’irragionevole durata dei processi

Dichiarazione di Rita Bernardini, Segretaria Nazionale di Radicali italiani
Apprendo con soddisfazione le parole del Primo presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce sulle carceri e sui trattamenti disumani e degradanti ai quali sono sottoposti i detenuti: l’unica soluzione è l’indulto.
Ci sono voluti anni, ma sulle condizioni di detenzione finalmente si comprende che – come ha detto il Presidente della Repubblica Napolitano – non si può attendere un giorno di più per rimuovere le cause dell’esecuzione di una pena totalmente illegale. Bene ancora Santacroce sulla necessità di introdurre nel nostro ordinamento del reato di tortura e di riformare la custodia cautelare.
Mi auguro invece che non occorrano ancora anni affinché la più alta magistratura arrivi a comprendere la portata dell’illegalità dell’amministrazione della Giustizia che si esplicita nell’irragionevole durata dei processi, che ha causato e causa condanne sistematiche da trent’anni a questa parte da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Su questo fronte, Santacroce minimizza. Fornendo il dato secondo il quale la durata media dei procedimenti penali è di 5 anni, il Primo Presidente della Cassazione afferma che non sono giustificate espressioni come “collasso” o “sfascio” o “stato comatoso”. Recentemente io mi sono permessa di parlare di débâcle, perché quando parliamo di “media” (Trilussa docet) vuol dire anche che si sono cittadini sottoposti alla gogna di procedimenti che non finiscono mai. D’altra parte i dati forniti parlano chiaro: dobbiamo registrare ancora una volta un aumento dell’1,8% dei procedimenti pendenti contro autori noti che portano le pendenze ad un totale di 3.333.543 procedimenti iscritti. Chissà perché poi non vengono mai conteggiati i procedimenti contro ignoti, quasi questi non pesino nell’amministrazione della giustizia! Si tratta di oltre 1.800.000 pendenze che vengono estromessi dalle statistiche.
Non vorremmo dover aspettare altri anni per trovare un Primo Presidente della Cassazione che invochi l’Amnistia per far diminuire drasticamente e in modo intelligente i fascicoli che ingombrano le scrivanie dei magistrati. Il che consentirebbe non solo di evitare le prescrizioni di classe che si verificano ogni anno, ma di destinare maggiori risorse al settore della giustizia civile che per la sua inefficienza scoraggia gli investitori esteri oltre che mortificare la parte produttiva del nostro Paese.
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