Replica di Laura Arconti, presidenza di “Radicali Italiani”, alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini - 25/12/2013

Gentile Presidente Boldrini, la ringrazio della sua cortese e pronta risposta alla mia lettera pubblicata il 24/12 mattina su “Notizie Radicali”.
Non dubitavo che lei mi avrebbe risposto, poiché da molti anni sono fra i sostenitori dell’UNHCR, faccio parte del gruppo “Angeli del rifugiato” dalla fondazione, e la conosco da molto prima che lei fosse nota come Presidente della Camera dei Deputati. Non facile, passare dalle visite ai Campi Rifugiati del’UNHCR -che ne so, Dadaab in Kenia o i campi dei bambini siriani rifugiati in Libano e Giordania- alla presidenza della Camera: là lei rappresentava la speranza e l’aiuto, mentre ora deve affrontare e governare molte bassezze dell’essere umano in giacca e cravatta.
Non ho ricevuto materialmente la sua risposta, ne ho solamente ascoltato la lettura dalla voce di un Redattore di Radio Radicale nel Notiziario delle ore 19. Non proverò neppure a replicare ad un lungo ed impegnativo testo che lei ha voluto dedicarmi: non potrei farlo con il solo ausilio di ciò che ricordo dopo una sola rapida lettura altrui, ed in ogni caso ne verrebbe una mia replica lunga, noiosa ed inutile. Desidero però dirle ciò che ho pensato dopo aver ascoltato la lettura della sua lettera, condividendo con lei la sensazione che ne ho tratto, chissà mai si possa trovare un’intesa.
Il Presidente Napolitano, nel suo solenne messaggio alle Camere, ha parlato di «questione da affrontare in tempi stretti», di «sollecitazione pressante» da parte della Corte di Strasburgo, e ha chiesto di «porre fine, senza indugio» alla situazione, riconoscendo «necessario intervenire nell'immediato». A fronte di tante espressioni di urgenza, di necessità e immediatezza, il Parlamento ha risposto con lunghe riunioni di commissione, che si concluderanno -secondo le sue previsioni- fra qualche mese. E, da quando il Presidente ha firmato quel documento fino ad oggi, di mesi ne son già passati quasi tre. Ai miei vecchi occhi il divario temporale fra ciò di cui parla il mio coetaneo Giorgio Napolitano e la risposta della Camera da lei diretta è abbacinante: il Capo dello Stato parla di ore, lei di mesi.
Inoltre qualcosa mi ha colpita profondamente, ascoltando la lettura della sua lunga lettera di risposta, così documentata e precisa: dalla sua risposta mancano tre parole, che sono invece presenti e ben chiare nel messaggio presidenziale. Basta la prima metà del vocabolario, per trovare queste parole che la sua lettera ignora completamente, gentile signora presidente Boldrini: indulto, clemenza, amnistia.
È ciò che chiediamo nel giorno di Natale, camminando, un passo dopo l’altro.
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