Ogm, Perduca: prima che Governo agisca su “inquinamento” occorrono dati certi. Commissione agricoltura della Camera ascolti la forestale friulana e i diretti interessati

Dichiarazione di Marco Perduca, già senatore Radicale:
“Ammesso e non concesso che quando si parla di “inquinamento genetico” possa esistere qualcosa che anche nominalmente possa avere un significato onestamente comprensibile per ciò a cui si fa riferimento, occorre che il Governo, prima di dar seguito ai demagogici appelli dei più, buon ultimo quello dell'ex ministro Pecorario Scanio di oggi, possa decidere su fatti e non sui soliti allarmismi frutto della manipolazione dell'informazione.
In una nota diramata, e non smentita, dalla parte dell'associazione “imputata” di cotanto inquinamento si legge che “Il Corpo Forestale dello Stato ha fornito a Futuragra i dati delle analisi svolte sul campo di Vivaro dopo la trebbiatura avvenuta lo scorso 12 ottobre. Dai risultati emerge che non è avvenuta commistione oltre i 10 metri. Il terreno era stato seminato da Silvano Dalla Libera con mais OGM”.
Occorre quindi che la commissione agricoltura della Camera che ha avviato una serie di audizioni in materia ampli la rosa dei convocati, proprio come richiesto dagli interessati e dall'Associazione Luca Coscioni in queste ore. Tra questi anche la Guardia di Finanza che avrebbe affermato che la contaminazione del 10% di cui si sente parlare in questi giorni sarebbe stata riscontrata solo sulla bordatura di mais isogenico, seminato a fianco del mais OGM per evitare qualsiasi tipo di commistione dei campi vicini.
D'altronde, come ha fatto giustamente notare il signor Dalla Libera in una nota, se fossero stati commessi illeciti, in virtù dell'obbligatorietà dell'azione penale gli starebbe, gli sarebbe già stato notificato un procedimento nei suoi confronti.
Sarebbe poi interessante poter avere ulteriori informazioni da parte dell'Onorevole Pecorario Scanio su come azioni tipo quelle di Futuragra siano di per sé “molto pericolose per l'ambiente e la qualità dell'agricoltura italiana” perché se ci dovessimo basare su esperienze extra-italiane, a ben approfondire potrebbe esser vero il contrario – anche dal punto di vista ecologico e occupazionale.
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