Bolognetti: Sabato il tavolo referendario “abusivo” in un Paese in cui è stato reso abusivo l’esercizio stesso dei diritti sanciti dalla Carta costituzionale

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
Potremmo dirci stupiti della decisione del Comune di Potenza di ribadire che anche per iniziative politico-referendarie sia dovuto il versamento della tassa di occupazione suolo. Potremmo, ma in realtà non lo siamo.
Stupisce, invece e non poco, il fatto che il Sindaco Vito Santarsiero non abbia voluto rispondere alla missiva indirizzatagli da Rita Bernardini a nome del Comitato promotore referendum. Dopo aver letto la risposta dell’ufficio legale del Comune, ribadisco che a Potenza vige una sorta di “pizzo” sulla democrazia. Fatti due calcoli, se volessimo aprire dei tavoli per i 90 giorni di durata della campagna referendaria dovremmo versare nelle esangui casse del Municipio del capoluogo di regione una cifra vicina ai mille euro per ogni postazione. Davvero un bel modo di favorire l’esercizio di un diritto sancito dalla Costituzione.
La gentilissima dott.ssa Bellino, dopo averci parlato qualche giorno fa di “zone” e di una città che sembra essere diventata una sorta di lager, ieri mi ha detto: “Lei pone una questione di principio”. In effetti è così, pongo proprio una questione di principio e chiedo che a Potenza si applichi quanto previsto dall’art. 3 comma 67 della legge n.549 del 28 dicembre 1995, che recita: “sono esonerati dall’obbligo al pagamento della tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche coloro i quali promuovono manifestazioni od iniziative a carattere politico purché l’area occupata non ecceda i 10 metri quadrati”. Legge, che a mia memoria è stata sempre applicata anche a Potenza, da quegli stessi uffici di una città governata da un sindaco al quale per il momento abbiamo impedito di vendere gli uffici giudiziari. Ecco, non vorremmo che il sindaco avesse deciso di rifarsi dei mancati introiti derivanti dalla vendita del Tribunale gabellando i tavoli referendari.
Adesso possiamo confermarlo: il tavolo che proveremo ad aprire sabato pomeriggio in Piazza Mario Pagano, a partire dalle ore 17.00, sarà un tavolo “abusivo”. Abusivo perché non intendiamo assecondare la richiesta del Comune e quindi non verseremo la tassa di occupazione suolo.
Abusivo, in un Paese in cui è stato reso abusivo l’esercizio stesso dei diritti sanciti dalla Carta costituzionale.
Abusivo, in un Paese in cui non vige lo Stato di Diritto e dove le stesse elezioni nulla hanno di democratico. Perché sia chiaro, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, “senza democrazia non ci sono elezioni, ma solo violente finzioni contro i diritti civili e umani”. E senza democrazia, e lo sappiamo bene noi che siamo stati “fantasmi” e abbiamo dato corpo con Marco Pannella alla sete di verità, non può esserci nemmeno Referendum.
Abusivo, in un Paese in cui l’attentato ai diritti civili e politici dei cittadini è una costante, quasi qualcosa di istituzionalizzato.
Abusivo, in uno Stato canaglia pluricondannato dalla Corte di Giustizia europea per la pessima amministrazione della Giustizia e per carceri assurte a luogo di tortura per l’intera comunità penitenziaria.
Abusivo, in un Paese che è incapace di rispettare la sua propria legalità e che è pluricondannato, per esempio, per il mancato rispetto di Direttive comunitarie in materia di ambiente.
Abusivo, in un Paese in cui ogni volta ottenere che i cittadini siano informati di una campagna referendaria in atto diventa una impresa.
Abusivi, noi, in un Paese in cui le ingiunzioni rivolte al servizio pubblico radiotelevisivo finalizzate a garantire il dibattito, la conoscenza vera sulla proposta radicale di una Amnistia per la Repubblica, diventano carta straccia.
Abusivo, in un paese dove per citare un nostro documento reso noto(quindi clandestino) il quasi settantennio partitocratico ha prodotto “strage di leggi, di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana”.
A noi altri, che da sempre “occupiamo” solo le piazze e i marciapiedi di questo Paese, questi qui del quasi settantennio partitocratico, questi che occupano le istituzioni e che la “Costituzione più bella del mondo” se la sono mangiata un pezzettino per volta, questi che sono abituati a filtrare il moscerino e ad ingoiare il cammello dello Stato di diritto, chiedono il “pizzo” sulla democrazia.
Bene, e allora io dico al Sindaco di Potenza, l’ing. Vito Santarsiero, che il “pizzo” non lo paghiamo e che sabato a partire dalle ore 17.00 proveremo comunque ad aprire il tavolo referendario. Nel contempo, ed esprimendo anticipatamente il pieno rispetto per le loro funzioni, invito i Vigili Urbani e le forze dell’ordine a far rispettare le disposizioni del Comune di Potenza e del suo ottimo ufficio legale.
Noi ci saremo, il tavolo referendario in un modo o nell’altro ci sarà. A ciascuno il suo e rifletta il signor Sindaco sul significato vero e profondo della parola democrazia.
Noi ci saremo. Noi disobbediremo alla ingiunzione di pagamento.
Il nostro appello, va a tutti i veri democratici, se ce ne sono: raggiungeteci in piazza.
P.S.
Intanto a Melfi sulla Home page del Comune
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