Referendum - Lettera di Rita Bernardini al Sindaco di Potenza

Vito Santarsiero - Sindaco di Potenza

Alla cortese attenzione del Sindaco di Potenza, Vito Santarsiero

e. p.c. Al Ministro degli Interni, On. Angelino Alfano

e alla Dott.ssa Adele Bellino (responsabile U.D. Affari Generali e Istituzionali – Servizio Elettorale)

Roma, 27 giugno 2013

 

OGGETTO: RACCOLTA FIRME PER I 12 REFERENDUM RADICALI

Egregio Signor Sindaco,

Le scrivo in merito al mancato accoglimento dal parte del Comune di Potenza del permesso di occupazione di suolo pubblico presentato dal Segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti in data 10 giugno u.s.. Nella lettera della dott.ssa Adele Bellino si rappresenta che la richiesta “non può essere accolta in esenzione al pagamento del relativo canone, in quanto ai sensi del vigente “Regolamento per la disciplina del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche “ tale agevolazione è applicabile esclusivamente per le occupazioni temporanee ( art. 26 comma 1 lettera b).”

La prego, Signor Sindaco, di considerare due questioni riguardanti la legislazione nazionale vigente.

La legge 25 maggio 1970, n. 352 riguardante le norme sui referendum previsti dalla Costituzione, prevede che le 500.000 firme autenticate e certificate necessarie per promuoverli, debbano essere raccolte entro tre mesi dalla data della prima vidimazione. Trattasi pertanto di circa 90 giorni che, evidentemente, richiedono tempi di raccolta prolungati e consecutivi, a rischio di compromettere il successo della raccolta.

Del resto, ormai da decenni, innumerevoli circolari diramate dal Ministero degli Interni, hanno richiesto proprio ai comuni – l’istituzione più direttamente a contatto dei cittadini - di agevolare al massimo la possibilità di sottoscrivere le richieste referendarie proprio perché relative all’esercizio di un diritto costituzionale.

L’altra legge che vorrei rammentare è la N. 549 del 28 dicembre 1995 che all’art. 3 comma 67 recita: "Sono esonerati dall'obbligo al pagamento della tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche coloro i quali promuovono manifestazioni od iniziative a carattere politico, purché l'area occupata non ecceda i 10 metri quadrati.". Anche in questo caso ritroviamo la ragionevolezza di una norma che, per un piccolo spazio comunale occupato (10mq), consente al cittadino di esercitare i propri diritti politici senza doversi sobbarcare costi che invece si giustificano quando le aree sono prenotate e usate a fini commerciali.

Mi consenta, infine, un piccolo ricordo personale (è una vita che raccolgo firme per i referendum!). Nel 1977, giovanissima e orgogliosa di essere la responsabile del tavolo referendario di Piazza Venezia a Roma, riuscii a far spostare una colonna di blindati della polizia dall’altro lato della piazza (erano in vigore i decreti Cossiga sul divieto di manifestare) perché “oscurava” il mio piccolo tavolo. Li convinsi perché dissi loro che con quel piccolo tavolo munito di regolare permesso di occupazione di suolo pubblico, consentivo il più alto esercizio della democrazia dando agli elettori la possibilità di sottoscrivere i referendum previsti dall’art. 75 della Costituzione.

Alla luce di quanto rappresentato, La prego di chiedere all’Ufficio preposto, il cui responsabile ci legge in copia, di rivedere la decisione presa in data 10 giugno ultimo scorso.

Certa della Sua attenzione, La saluto molto cordialmente

 

Rita Bernardini

(Comitato Promotore Referendum radicali)

 

Approfondimenti

Referendum, Bolognetti su lettera di Rita Bernardini a Santarsiero (Basilicatanet, 29 giugno 2013)

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