Comitato Promotore dei Referendum presieduto da Pannella deposita in Cassazione Referendum "Giustizia Giusta"

Nella mattinata di martedì 28 maggio, a 25 anni dalla morte e a 30 dall'arresto di Enzo Tortora, una delegazione del "Comitato promotore dei referendum" presieduto da Marco Pannella ha depositato presso la Corte di Cassazione sei quesiti referendari "per la giustizia giusta".
Cancellazione del filtro di ammissibilità nelle richieste di risarcimento per responsabilità civile dei magistrati; separazione delle carriere; eliminazione della custodia cautelare per il rischio di reiterazione nel caso di reati non gravi; misure restrittive per il lavoro dei magistrati fuori ruolo; abolizione dell'ergastolo. Sono questi i cinque quesiti referendari proposti dal comitato promotore. Ci sono ora tre mesi di tempo per raccogliere le 500.000 firme per sostenere i quesiti.
“La nostra battaglia - ha dichiarato Pannella - serve a fare della giustizia un luogo di vita e non di putrefazione dei diritti e dei principi vitali della democrazia. In particolare la Roma dei comandamenti della Chiesa dovrebbe essere in testa per questa battaglia. Temo però che i partiti politici non appoggeranno facilmente la nostra iniziativa perché continueranno a far solo finta di sostenerci come fanno da 20 anni”.
Ha quindi proseguito esprimendo una riflessione su Silvio Berlusconi: “Ha fatto un sacco di stupidaggini, ma anche se non faccio il giudice, può darsi che nei suoi confronti ci siano forme di persecuzione. È evidente - ha sottolineato - che siamo di fronte ad uno scontro tra fazioni, ma Berlusconi non è Tortora.”
Infine anche una chiosa per Grillo: “Non vorrei apparire un necrofilo della politica come Beppe Grillo, ma sono convinto che i partiti cercano oggi di candidarsi alle riforme, compresa quella della giustizia, senza averne la credibilità perché sembrano cadaveri in putrefazione che ammorbano il territorio”.
Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, alcuni parlamentari ed ex parlamentari oggi iscritti ai Radicali italiani.
Il video di Radio Radicale
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