Bolognetti: Il caso Fenice, la trave e la pagliuzza.

Fenice inceneritore

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani

Il gioco delle parti sulla vicenda Fenice si sta facendo stucchevole. Un gioco a cui, sia chiaro, prendono parte anche coloro che si spacciano per opposizione e che per interi lustri hanno vestito i panni delle tre scimmiette. E’ a dir poco paranormale che ci sia chi - a 4 anni di distanza da fatti che ho documentato e denunciato - oggi invochi “verità”. E’ quanto meno sospetto il fatto che a strapparsi le vesti siano gli stessi, che quando ebbi a chiedere il sequestro dell’inceneritore, a denunciare una patente omissione di atti d’ufficio e il disastro ambientale tutt’ora in corso, tacquero così come avevano taciuto per anni.

L’impressione è che tutta questa vicenda sia diventata mero campo di scontro tra le varie articolazioni del regime. Un uso meramente strumentale della drammatica situazione creatasi nel vulture, da parte di chi lungi dall’avere a cuore le sorti del nostro territorio, una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, il rispetto di direttive comunitarie e delle leggi della Repubblica, vuole solo affondare il nemico di turno.

A chi oggi dice di volere “verità”, dico che le “verità” di cui si accorgono solo ora io le ho raccontate nel 2009. Come mai allora non innalzarono barricate per difendermi dalle gratuite accuse di allarmismo che mi venivano rivolte? E come mai per anni non si sono accorti che la Regione Basilicata è inadempiente rispetto all’obbligo di istituire un’anagrafe dei siti da bonificare? E come mai nessuno ha fiatato quando un procuratore della Repubblica, la cui moglie è stata avvocato del Re dei rifiuti made in Lucania, ha disposto la perquisizione della mia abitazione? Se c’è del marcio in Danimarca, ebbene questo marcio alberga anche nelle fila di certa opposizione e le responsabilità sono anche di chi oggi chiede verità e ieri si è comportato da Ponzio Pilato e ha praticato la via dell’ignavia. Il sottoscritto ha saputo dimostrare di sapere lottare anche da posizioni isolate e senza folle oceaniche a sostegno. Altri vedo che sanno trarre forza solo dai numeri più che dai contenuti. A chi chiede verità dico che forse dovrebbe guardare la pagliuzza o la trave conficcata nel suo occhio, prima di guardare la pagliuzza o la trave conficcata negli occhi del proprio “fratello”.

Le responsabilità nella vicenda Fenice sono diffuse e generalizzate e certo non possono essere circoscritte al solo Sigillito. Una divisione equa delle responsabilità, in questa regione che vanta oltre 800 siti contaminati e due siti di bonifica di interesse nazionale non bonificati, deve necessariamente vedere sul banco degli accusati anche molti di coloro che urlano allo scandalo in queste ore, includendo tra questi anche alcuni di coloro che manifestano oggi e sono stati assenti ieri. Questa è di certo una verità, che però temo piacerà a pochi. 

Approfondimenti

Bolognetti su vicenda Fenice(Basilicatanet) 

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