Dimissioni Monferino: Cota ha fallito ma non vuole tirarne le conseguenze. Una Giunta regionale da “ultimi giorni di Pompei”

Monferino

Silvio Viale (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):

Roberto Cota aveva investito tutta la sua credibilità sulla “rivoluzione in sanità” e sull'uomo che sarebbe stato artefice di tale rivoluzione, l'ingegnere Paolo Monferino. Nei mesi scorsi, Cota aveva così risposto agli attacchi al suo assessore preferito: “Chi tocca Monferino muore”.

Ieri Monferino si è dimesso. Invece di prendere atto del fallimento della sua “rivoluzione”, Cota è passato da un estremo all'altro, sostituendo il tecnocrate “rivoluzionario” con uno dei più fulgidi campioni della partitocrazia piemontese dell'ultimo ventennio, il democristiano Ugo Cavallera, l'uomo buono per tutte le stagioni. Credere che Cavallera riuscirà a riformare la sanità piemontese è come credere a Babbo Natale. Magari avrà qualche chance in più nei rapporti col ministro Balduzzi, alessandrino e di scuola democristiana come Cavallera.

Completano la giunta bis di Cota tre esponenti (Pichetto, Ghiglia e Molinari) che erano senza poltrona e ora ce l'hanno. Loro sono contenti, ma non crediamo che il loro arrivo migliori le prospettive di una giunta regionale da “ultimi giorni di Pompei”.

Per finire, una curiosità: Cavallera (PDL) è da oggi sia vice-presidente della Giunta sia Assessore alla Sanità; ieri Mario Mantovani (PDL) è stato nominato da Roberto Maroni sia vice-presidente della Giunta regionale lombarda sia Assessore alla Sanità. Prove tecniche della fantomatica macro-regione?

Torino, 20 marzo 2013
 

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