Assistenza sessuale per i disabili: sul web la petizione che sfida i tabù

Disabili

Leggi la rettifica»

"Consentire ai diversamente abili di avere una vita relazionale completa": senza pubblicità, l'appello ha raccolto 1500 firme e testimonial "popolari". L'obiettivo è il riconoscimento legale di un servizio che in altri paesi è a carico dello stato, ma che in Italia rischia di essere assimilata alla prostituzione. 

L'assistenza sessuale alla persona affetta da disabilità in Italia, a differenza di altri paesi europei, resta un argomento tabù. Ora però una petizione spinge perché si apra un dibattito sereno che, aldilà delle polemiche, possa portare a proposte concrete e soluzioni legislative per i disabili italiani. L'iniziativa della sottoscrizione online è stata lanciata a novembre da Max Ulivieri, web designer con una grave disabilità: "In poco più di due mesi - dice il promotore - , e senza nessuna pubblicità, si sono già raccolte circa 1.500 adesioni alla proposta di istituire, anche nel nostro Paese, la figura dell'assistente sessuale". Ad aderire all'appello in rete (firmiamo.it/assistenzasessuale) sono state in maggioranza persone comuni, senza alcun handicap e che hanno semplicemente sposato la causa.

L'argomento è delicato e si presta a facili strumentalizzazioni perché nell'opinione pubblica passa facilmente l'equiparazione fra l'assistenza sessuale e la prestazione sessuale fornita da terzi. In realtà, spiegano i promotori dell'iniziativa, si configura come una pratica soprattutto relazionale, empatica e comunicativa che risponde a un problema reale dei disabili. "Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite nella loro manifestazione, sia autonoma sia relazionale - si legge nella petizione - si risolvono infatti in un costante e ossessivo stress psichico che affligge non poco l'esistenza di chi non ha autonomia nell'uso del proprio corpo. Determinate forme di disabilità, rendono impossibile l'uso delle mani, quasi tutte le forme di disabilità rendono difficoltosa, se non impossibile, l'interazione fisica e sessuale con partner adeguati, più spesso con qualunque tipo di partner consenziente". 

Di tutto questo, finora, in Italia non si è parlato, mentre in alcuni paesi europei la figura dell'assistente sessuale esiste e a volte è disciplinata dalla legge. "In Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia e Germania - spiega Ulivieri - ci sono associazioni che si occupano di questo tipo di assistenza. Addirittura in Olanda il servizio è a carico del servizio sanitario nazionale". 

"L'assistenza sessuale a persone con disabilità - precisa Ulivieri - è praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l'altro, si trovano a non essere autonome nell'espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l'affetto e l'umanità".

Si tratta quindi di un'assistenza specializzata nella quale, sottolinea Ulivieri, due requisiti sono fondamentali: "L'assistente oltre ad avere uno spiccato senso dell'altruismo, deve certamente avere una grande apertura mentale. Va detto - precisa Ulivieri - che l'assistenza sessuale non prevede rapporti completi". L'iniziativa deve comunque fare i conti con la realtà italiana e il problema più grosso in partenza sembrano appunto i tratti in comune con la prostituzione. "In Italia - ricorda Max Ulivieri - la prostituzione è illegale. Anzi, per essere più precisi, il favoreggiamento della prostituzione è fuorilegge. Ecco perché c'è assoluto bisogno di istituire con regole certe questo tipo di assistenza".

Dopo la petizione online, che resta un'iniziativa privata, il prossimo passo sarà l'istituzione di un comitato per la raccolta ufficiale delle firme, da consegnare alle istituzioni. "I primi referenti - ipotizza Uivieri - potrebbero essere le Regioni". Intanto si lavora per trovare sostegno e testimonial: "Al momento - conclude Ulivieri - possiamo già contare su un'attrice, due scrittori e quattro noti conduttori tv".

L'iniziativa ha già ottenuto il sostegno dell'associazione "Luca Coscioni", intitolata all'esponente radicale morto nel 2006 per sclerosi laterale amiotrofica e attiva soprattutto in difesa dei diritti di disabili e malati. Secondo la presidente onoraria e deputata pd, Maria Antonietta Farina Coscioni, "il problema dell'assistenza sessuale è una questione seria ed è materia che va regolamentata attraverso una legge". L'associazione ritiene che possa essere inserita fra i servizi assistenziali dei livelli essenziali di assistenza (Lea).

 

Rettifica di Maximiliano Ulivieri

Gentile Associazione Luca Coscioni,

in riferimento all'articolo uscito sul sito dei Radicali, “Assistenza sessuale per i disabili: sul web la petizione che sfida i tabù”, vorrei precisare che l'intero articolo è una mia intervista, riportata correttamente su Leggo, con l'aggiunta di questo paragrafo:

"L'iniziativa ha già ottenuto il sostegno dell'associazione "Luca Coscioni", intitolata all'esponente radicale morto nel 2006 per sclerosi laterale amiotrofica e attiva soprattutto in difesa dei diritti di disabili e malati. Secondo la presidente onoraria e deputata pd, Maria Antonietta Farina Coscioni, "il problema dell'assistenza sessuale è una questione seria ed è materia che va regolamentata attraverso una legge". L'associazione ritiene che possa essere inserita fra i servizi assicurati dai livelli essenziali di assistenza (Lea)."

Il sostegno dell'associazione non mi è stato confermato ufficialmente prima di quest'articolo. Avrei preferito averlo prima io e poi eventualmente la stampa. Ma la precisazione più importante è che avevo chiesto all’Associazione la cortesia, dal momento che  vuole sostenere questa iniziativa che io porto avanti da mesi, di avvisarmi prima di ogni eventuale posizione o idea. In questo senso viene riportato che l'Associazione ritiene possa essere inserita fra i servizi essenziali di assistenza (Lea). In realtà ho sempre detto per adesso il contrario. Sono aperto a ogni idea ma riportarla in un contesto di una mia intervista mi può creare problemi.

Ci terrei al vostro aiuto ma ho chiesto fin dall'inizio alcuni punti comportamentali e se stanno bene a entrambi si può proseguire al meglio.

Cordialmente
Maximiliano Ulivieri



SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.