Bolognetti: Istantanee di “Un consistente e allarmante nucleo di nuova shoah”

Istantanea

 

Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
C’è una sofferenza che qualcuno vorrebbe tenere nascosta dietro le sbarre di carceri assurte a discarica sociale. Ci sono immagini che ti restano dentro, appiccicate, e che ritornano di continuo. Ci sono volti e situazioni che non riesci e non puoi dimenticare, come per esempio una cella fredda, asettica, dove un uomo o quel che ne resta consuma giornate eterne, ristretto e isolato, e può solo fare i conti con la sua sofferenza e il suo dolore.
Ho incontrato M. il 29 dicembre presso la Casa circondariale di Matera ed è un’immagine che di continuo torna a materializzarsi. Me lo vedo davanti, uno straccio d’uomo perso nella sua disperazione e chiuso in una cella con solo il letto e senza nemmeno il materasso. Gli agenti mi hanno spiegato che M. distrugge tutto ciò che gli capita a tiro. Guardandolo inevitabilmente ho pensato a quelli che qualcuno ritiene degli eccessi; ho pensato a quando Marco Pannella ebbe a definire le nostre patrie galere “un consistente e allarmante nucleo di nuova shoah”. Il caso di M., grazie a Rita Bernardini, è finito all’attenzione del Dap ed è purtroppo uno dei tanti casi che emergono in galere infami, indegne di un paese civile e assurte a gironi danteschi per l’intera comunità penitenziaria. Luoghi di tortura senza torturatori, dove quattro mura e l’indifferenza che si nutre di dichiarazioni di rito inghiottono storie come quella di M.
A Matera l’ennesima istantanea di una realtà figlia di quella bancarotta della giustizia che continuiamo a denunciare.
Mi piacerebbe, confesso, conoscere chi ha pensato di far scontare a un povero cristo il suo supplemento di inferno terreno. Vorrei chiedergli perché e se sa in quali condizioni è ristretto un uomo che non può certo essere curato in un carcere.
Intanto, e spero non me ne voglia, intendo accompagnare con lo sciopero della fame la ripresa dell’iniziativa nonviolenta, del Satyagraha di Marco Pannella.
Occorre, credo, nutrire una lotta, dar corpo alla fame e sete di legalità che Marco ha rappresentato e rappresenta. Lo dobbiamo a noi stessi e alla nostra “ambizione” di voler riguadagnare questo nostro Stato, incapace di rispettare la sua propria legalità, alla civiltà e al diritto.  
Amnistia Giustizia Libertà.
Amnistia Giustizia e Libertà.
Amnistia per la Repubblica.
Amnistia, signor Presidente, per uno Stato criminale.
 

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