L'ex Ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma scrive a Pannella.

«la urgente necessità di un intervento, che possa per un verso disingolfare gli uffici giudiziari da centinaia di migliaia di processi "zombie" e per altro verso incidere sensibilmente sulle presenze in carcere.
In altri termini l'amnistia, certo meno estesa di quella che Tu immagini. Ma comunque utile ad affrontare, sia pure non definitivamente, le problematiche in esame».
Segue il testo integrale:
Caro Marco,
ho seguito la Tua ennesima battaglia di libertà.
Purtroppo non mi è stato possibile esserTi più vicino solo perchè in convalescenza a seguito di un intervento chirurgico.
Da troppo tempo il problema del carcere e del suo sovraffollamento è assente dall'agenda della politica, forse perchè per molti affrontare il problema dei diritti degli ultimi (tali sono comunque i detenuti) e quello della dignità della detenzione può comportare danni sul piano dei consensi e, quindi, dell'acquisizione del potere.
E non possiamo nasconderci che gli interventi effettuati nell'ultimo anno, peraltro da me messi in cantiere quando ero Ministro della Giustizia, si sono risolti nella sola diminuzione degli effetti delle c.d. "porte girevoli" e in nulla hanno sostanzialmente inciso sul problema del carcere, quello affrontato da tutte le forze politiche in Senato nel settembre 2011.
Nè possiamo nasconderci che, forse, non vi è stata da parte del Governo Monti quell'interesse a sollecitare in tempi utili la trattazione del disegno di legge sulle misure alternative che pure il Governo non ha mancato di evidenziare con rispetto ad altre minori tematiche.
Così è.
Non si parla di carcere e nulla si ritiene di fare per incidere sul sovraffollamento.
E non credo sia una pazzia chiedersi se il carcere debba essere l'unica risposta a chi delinque; se, oltre alla massima sicurezza, deve esistere un solo tipo di carcere o possa ipotizzarsi la costruzione di carceri a bassa sicurezza ovvero "aperti"; se, in assenza delle risorse finanziarie, sia possibile vendere i carceri storici (Regina Coeli, San Vittore, Poggioreale, Ucciardone, ecc.), tutti posti al centro delle città, e così reperire le risorse per le iniziative del caso; se non debbano essere ampliate le opportunità di lavoro esterno; se la stessa vita dei detenuti non possa prevedere l'esercizio di altre socialità oggi inibite.
Io non credo che sia una pazzia eppure ciò non accade.
Da qui la urgente necessità di un intervento, che possa per un verso disingolfare gli uffici giudiziari da centinaia di migliaia di processi "zombie" e per altro verso incidere sensibilmente sulle presenze in carcere.
In altri termini l'amnistia, certo meno estesa di quella che Tu immagini. Ma comunque utile ad affrontare, sia pure non definitivamente, le problematiche in esame.
Sul punto, come sai, mi troverai al Tuo fianco.
Ti abbraccio.
Nitto Francesco Palma
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