Petrolio e veleni di Corleto Perticara: le "sviste" della tv

Petrolio

di Andrea Spinelli Barrile

fonte ecoblog

Sul petrolio in Basilicata, in particolare di Eni, si è occupata la trasmissione Report domenica sera: inchieste, reportage giornalistici (sulla falsariga di un articolo pubblicato qualche settimana fa sul Guardian), interviste e “sviste”; l’inchiesta della trasmissione si è fermata ad un punto, fondamentale: a Corleto Perticara (Mt).

Corleto Perticara è un piccolo comune (2712 abitanti) in provincia di Matera, divenuto agli inizi degli anni ‘90 un’enorme discarica per fanghi petroliferi industriali: qui infatti si trovano 2000m³ di veleni provenienti dal giacimento Tempa Rossa 2 di proprietà della compagnia petrolifera Total, un micidiale cocktail di idrocarburi e metalli pesanti, che vengono stoccati in un campo ubicato in contrada Serra d’Eboli denuncia da tempo il segretario dei Radicali Lucani Maurizio Bolognetti.

Report si è fermata alla superficie, al prato di Corleto Perticara: ma è sotto quel prato il posto giusto dove cercare; i fanghi contenenti idrocarburi e metalli pesanti sono stati interrati nel campo di contrada Serra d’Eboli, ricoperti da un metro di terreno (meno di quanto se ne usi per una degna sepoltura) poi restituito ad ignari pastori: nessun avviso, nessuna recinzione, nessun cartello che avvertisse della pericolosità di quel terreno.

Dice Maurizio Bolognetti: Il frutto di un atto tanto scellerato quanto criminale non tarda a manifestarsi: almeno due morti sospette e pecore stecchite nel ruminare erba e idrocarburi. Con ogni probabilità quei veleni sono finiti anche nella catena alimentare. Per la Procura di Potenza che indaga sulla vicenda, le ipotesi di reato sono omicidio plurimo colposo e attentato alla salute pubblica.

Viene da chiedersi perchè la Rai tv si sia fermata a Corleto Perticara: timori? Ignoranza? Complicità? Tutte congetture, ci mancherebbe, ma la domanda rimane irrisolta: perchè non parlare dei fanghi della Total interrati in un campo usato dai pastori per le capre? Perchè non accomunare questi atti, ipotizzati come reati non da chi scrive ma dalla Procura della Repubblica, alle modalità di smaltimento dei fanghi industriali della camorra?

Una risposta potrebbe essere questa: a Corleto Perticara sorgerà il centro oli della Total (come a Viggiano quello dell’Eni): quel “feudo” lucano del quale pian piano la multinazionale francese sta prendendo possesso è al centro del progetto Tempa Rossa, considerato da Goldman Sachs uno dei 128 progetti più importanti al mondo

capaci di cambiare gli scenari dell’energia estrattiva

Moratoria o non moratoria, dal 2015 Total prevede di estrarre 50mila barili al giorno, ricavando 144milioni di euro l’anno per 25 anni: una vera miniera d’oro (nero): se a questo, come sottolineano i Radicali Lucani, si aggiungono 84mila barili al giorno estratti dai giacimenti Eni-Shell, ci si rende conto dell’enormità del business del petrolio lucano.

Si protesta giustamente, anche se non si sa bene chi è che protesta, contro le trivellazioni nello Ionio ma nessuno si rende conto che è a terra il vero problema in Basilicata: basta conoscere il territorio per rendersene conto ci dice Maurizio Bolognetti, riferendosi chiaramente alla manifestazione di Policoro di cui abbiamo scritto ieri pomeriggio; il bilancio però potrebbe aumentare se si tiene conto della moltiplicazione dei permessi di ricerca per le compagnie petrolifere: il 65% della superficie della Regione Basilicata (6260 kmq) è già stata “prenotata” da titoli minerari (sia da quelli già attivi che nelle istanze in attesa di risposta).

In cambio i cittadini lucani vengono trattati come indios dai conquistadores spagnoli: specchietti (tornei di pallone sponsorizzati), perline (lungometraggi italiani) e bracciali di dubbio valore (il bonus benzina da 100€ l’anno) in cambio di terre, veleni, profitto (e nessun dato occupazionale a favore delle estrazioni petrolifere): il pozzo Gorgoglione 2 della Total nell’alta Valle del Sauro (a pochi chilometri da Corleto Perticara) emana odori nauseabondi e tossici, che non sono altro che gas come l’H2s.

Perchè, dunque, a Corleto Perticara ci si ammala di più che in qualsiasi altra area urbana d’Italia, pur essendo area agricola? Forse per lo stesso motivo per cui la Rai si è dimenticata di parlarne.

 



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