Amnistia per la Repubblica!!! Bolognetti: con Ernesto Rossi ripeto “L’Italia non potrà essere diversa se non siamo noi capaci di volerla diversa. E volere è agire”

Carcere

 

Di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani(In sciopero della fame dal 24 ottobre a sostegno dell’iniziativa nonviolenta di Rita Bernardini e Irene Testa per ribadire la necessità di un provvedimento di amnistia per porre subito fine all’illegalità in cui versa la giustizia italiana e la sua appendice carceraria).
Una volta di più occorre ripetere che sul fronte del rispetto dei diritti umani l’Italia è uno “Stato canaglia”, un delinquente professionale. Una volta di più occorre ripetere che la questione giustizia è la più grande questione sociale che abbiamo in questo Paese. Una volta di più affermiamo che le condizioni di detenzione nelle nostre patrie galere sono il riflesso, il putrido percolato di una bancarotta della giustizia che ci procura da oltre trent’anni condanne e richiami da parte dell’Europa. Una volta di più affermiamo che le massime istituzioni di questo Paese, che da anni assistono senza reagire a una strage di legalità che inevitabilmente si fa strage di popoli, devono operare e con urgenza per interrompere una flagranza di reato che va a sostanziarsi nella violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Dettato Costituzionale. Noi diciamo che occorre un costituzionale provvedimento di Amnistia, che è “AMNISTIA PER LA REPUBBLICA”, per uno stato incapace di rispettare la sua propria legalità. Un provvedimento di Amnistia che è provvedimento di riforma e provvedimento propedeutico ad altri indispensabili interventi di riforma della giustizia. E per favore, la nostra non è una protesta, ma proposta. Proponiamo di rimettere sul binario della legalità e del rispetto dello Stato di diritto questo sgangherato Paese. Vogliamo mettere i magistrati in condizione di svolgere al meglio il loro lavoro, considerando la paralisi creata da circa 11 milioni di procedimenti arretrati tra penale e civile,  laddove oggi una amnistia c’è già e si chiama prescrizione ed è, a ben vedere, una amnistia clandestina e quasi sempre di classe. Proponiamo di creare i presupposti per garantire davvero a vittime e imputati di poter avere giustizia. Oggi di tutta evidenza non è così. Oggi riusciamo ad offrire a milioni di persone solo piccoli e grandi calvari, ad iniziare da tanti gratuiti e inaccettabili anticipi di pena comminati attraverso la carcerazione preventiva. Oggi il carcere, putrido percolato della bancarotta della giustizia, è per dirla con Marco Pannella luogo di tortura senza torturatori, perché ad essere torturata e afflitta e dimenticata è l’intera comunità penitenziaria. Una comunità che sta manifestando un grado di consapevolezza dello sfascio e del “male” che ci travolge, che non appartiene a chi continua a trincerarsi dietro il “non ci sono le condizioni” o “non è il momento”. L’iniziativa nonviolenta di Rita Bernardini, di Irene Testa, di Valter Vecellio continua ed è iniziativa di lotta e di proposta(basterebbe guardare il lavoro svolto in Commissione giustizia dalla deputata Radicale). Per parte mia continuerò a sostenere i miei compagni e a lottare con loro.
Per dirla con Ernesto Rossi: “L’Italia non potrà essere diversa se non siamo noi capaci di volerla diversa. E volere è agire”.
Ecco, a chi dice che non ci sono le condizioni vorrei poter dire che le condizioni si creano ed è compito della politica crearle. Di certo ci sono azioni che rientrano nel novero dei doveri, come il dovere e l’obbligo del Capo dello Stato di essere garante del diritto, dei diritti e del Dettato Costituzionale. La prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile, appunto. In questo Paese con le sue storie di ordinaria ingiustizia, di diritti negati e di morti che non fanno notizia occorre che chi ha responsabilità di governo agisca. Noi non vogliamo subire, non possiamo assecondare una evidente resa, ma appunto vogliamo governare per prefigurare un nuovo possibile. Vogliamo governare il territorio, le nostre vite e opponiamo la nostra speranza alla rassegnazione di chi da sempre ci spiega che non è il momento. Diamo corpo a una lotta e a un dialogo.

Approfondimenti

Tgr Basilicata, 24 novembre 2012

Basilicatanet, 25 novembre 2012

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