Uranio, Turco: difesa finalmente non nega utilizzo, ora faccia chiarezza e risponda a domande con responsabile serietà

Replica del deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), alla risposta fornita all'interrogazione n. 3/02594, del 9 novembre 2012, dal sottosegretario di Stato alla difesa Filippo Milone del 13 novembre 2012
"Non posso dichiararmi né soddisfatto, né insoddisfatto, perché oggettivamente non c'è stata risposta ai quesiti presenti nella nostra interrogazione.” - Così ieri ha iniziato la sua replica il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), al sottosegretario alla difesa Filippo Milone nell'ambito dello svolgimento di interrogazioni riguardanti la Difesa - "Approfitto dell'occasione per sottolineare al signor sottosegretario che è dal 2009 che continuiamo a presentare interrogazioni sulla questione, di cui attendiamo pazientemente risposta. C'è un fatto nuovo. - ha proseguito Turco - Finalmente il Ministero della difesa ha fatto un passo avanti. Finora ha negato che vi potesse essere connessione tra l'utilizzo di uranio impoverito e l'insorgenza di alcune patologie. Oggi ci ha detto che non può né sostenere, né negare. Magari fra dieci anni potrà sostenerlo. Ma c'è anche un altro fatto nuovo: ci è venuto a dire - senza dirlo, ma sostenendolo nei fatti - che c'è stato utilizzo di uranio impoverito in alcune situazioni particolari. Anche questo fatto è un fatto nuovo, perché lo si è sempre negato. Io credo – ha continuato - che, di fronte a fatti nuovi così importanti, non si può dare questa comunicazione nel vuoto dell'Aula - certo, ci sarà il verbale - quando invece qui siamo di fronte a un capovolgimento di quello che tutti i Governi precedenti hanno sempre sostenuto.".
Turco ha poi proseguito ringraziando il sottosegretario Milone per aver fornito il dato dei casi di militari ammalatisi o deceduti a seguito delle missioni in Kosovo dal 1996 al 2012 affermando che "Sono dati allarmanti ma, allo stesso tempo, egli sa benissimo che sono parziali, perché il Ministro della difesa non può conteggiare il personale che, al momento dell'insorgenza della patologia, non è più sotto le armi. – ha sottolineato Turco - Non lo può conteggiare, quindi non lo può seguire e non gli può neanche consentire di sottoporsi a quel calvario burocratico di cui era oggetto l'interrogazione precedente. – riferendosi al caso del militare Salvatore Cannizzo - E poi da questo macabro conteggio mancano assolutamente i dati relativi ai civili, sia quelli locali (i cittadini del posto dove è stato utilizzato l'uranio impoverito), sia tutti quelli, italiani e non, operanti nelle organizzazioni non governative che durante questi episodi militari (se non vogliamo chiamarli di guerra) erano presenti sul terreno.".
"Noi abbiamo sollevato anche la questione dei poligoni militari esistenti in Italia. - ha detto Turco - Non era difficile poter corrispondere ad una semplice richiesta come quella che abbiamo formulato, se vi è volontà di fare un'inchiesta epidemiologica, ma non come la si sta facendo, cioè facendola fare, ancora una volta, alla procura di Lanusei. Il Ministero della difesa dispone di dati non pubblici e così tanto riservati, signor Presidente, che sui poligoni di Salto di Quirra o di Torre Veneri ci sono stati presentati dei dati della Commissione di inchiesta che è operante al Senato, ma in entrambi casi le sedute si sono svolte maniera segreta. Che cosa c'è di segreto che non si può conoscere rispetto all'utilizzo di sostanze dannose per la salute dei cittadini in genere e dei militari in particolare? Infatti, quello che traspare dall'attitudine non del Governo, ma delle alte sfere del Ministero della difesa, è l'insensibilità innanzitutto nei confronti dei propri sottoposti di cui dovrebbero avere la massima responsabilità.".
"Di questo - ha concluso Turco - noi chiamiamo non il Governo, ma il Ministero a rispondere per tutte quelle risposte che sono mancate nel corso di questi anni, e in merito alle quali lei - grazie signor sottosegretario - ci ha fornito alcune piste di lavoro ulteriori".
MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI
Al Ministro della difesa
Premesso che:
- l'Associazione vittime uranio ha, di recente, denunciato nuovi casi di malattia tra i militari per possibile contaminazione da uranio impoverito, come si apprende dall'agenzia di stampa Ansa del 29 novembre 2011;
- un caso riguarda un ex militare che aveva prestato servizio presso il poligono di Salto di Quirra, in Sardegna, poligono già al centro dell'inchiesta avviata dalla procura di Lanusei;
- il Ministro della difesa pro tempore il 30 luglio 2010, rispondendo all'interrogazione n. 4-05710, aveva affermato che: «circa il numero delle persone che potrebbero aver contratto “patologie connesse all'uranio impoverito sul territorio italiano”, allo stato, risultano 13 casi di neoplasie tra il personale impiegato nei poligoni di tiro, dei quali 4 deceduti per le conseguenze di patologie neoplastiche (da tener presente che tale dato potrebbe essere condizionato dal fatto che il personale congedato viene poi perso dal flusso informativo sanitario militare)»;
- lo stesso Ministro della difesa pro tempore, il 12 settembre 2011, rispondendo all'interrogazione n. 4-11666 presentata dagli interroganti, aveva affermato che: «per quanto concerne, in particolare, i dati relativi al personale che ha operato presso il poligono di Salto di Quirra, i casi di neoplasie comunicati all'osservatorio, relativamente al periodo 1992-2010, risultano in totale 21»;
- l'Associazione vittime uranio ha anche denunciato il rischio che si perdano oltre 24 milioni di euro sui 30 milioni di euro destinati alle vittime dalle leggi finanziarie del 2008 e del 2009, in mancanza di un tempestivo impegno;
- da fonti di stampa si è appreso che la procura di Lanusei sta indagando anche sul fenomeno delle malformazioni alla nascita che riguardano i bambini di militari che hanno operato nel poligono di Quirra e gli animali che hanno pascolato nelle vicinanze;
- da analisi effettuate dal professor Massimo Zucchetti del politecnico di Torino è stata riscontrata una traccia di uranio impoverito nelle ossa di un agnello nato con due teste in una zona vicina al poligono di Quirra, circostanza ampiamente riportata dalla stampa;
- nel rapporto di Carla Goffi (Mouvement Chrétien pour la Paix) e Ria Werjauw (International Coalition to Ban Uranion Weapons), dell'ottobre 2011, pubblicato su alcuni siti internet, si legge che: «nel corso di un interrogatorio, il Capitano Giancarlo Carrusci, responsabile del PISQ tra 1977 e 1992, ha confermato il lancio di missili Cormoran-2 (da aerei tedeschi) con testata in uranio».
Per sapere:
- se il Ministro interrogato non intenda fare chiarezza sul numero di casi, riferiti al personale militare, di gravi patologie o di morte registrati in seguito o durante il servizio presso il poligono di Salto di Quirra e in tutti gli altri poligoni presenti sul territorio nazionale, tra cui quelli di Capo Teulada e Capo Frasca, sempre in Sardegna, e Torre Veneri, in provincia di Lecce;
- se il Ministro interrogato non intenda fare chiarezza sul numero di morti e gravi patologie registrate anche nel personale impiegato nel corso di missioni all'estero svoltesi dal 1980 ad oggi;
- se il Ministro interrogato non intenda intraprendere iniziative per scongiurare il rischio che i fondi per le vittime dell'uranio impoverito vadano persi e non intenda, quindi, snellire i procedimenti burocratici per il riconoscimento degli indennizzi alle vittime;
- se non si intenda avviare un'indagine ministeriale sul fenomeno delle malformazioni alla nascita;
- se non si intenda fare chiarezza anche sull'utilizzo di armamenti all'uranio impoverito nei poligoni italiani e all'estero, anche in relazione a quanto riportato nel rapporto suindicato di Carla Goffi e Ria Werjauw.
(3-02594)
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