Ladri sì, ma di verità e democrazia. Bolognetti ricorda il referendum del '93 e il monito di Don Luigi Sturzo

Elezioni, disegno di un votante

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani: 

 

Voglio provare a richiamare l’attenzione di stampa, cittadini e forze politiche sulla vera truffa che da venti anni viene perpetrata ai danni di quel 90,3% di cittadini italiani che nell’aprile del 1993 votò a favore del referendum radicale, che proponeva l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Pochi mesi dopo il Parlamento varò la legge n.515/93, recante per oggetto “Disciplina delle campagne elettorali per l'elezione alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica”. Con la legge n.515 di fatto i partiti fecero rientrare dalla finestra ciò che i cittadini avevano fatto uscire dalla porta referendaria. Con la dicitura “rimborsi elettorali” si ripristinò l’abrogato finanziamento pubblico dei partiti.

Nel 1997 i Radicali denunciarono lo scippo, distribuendo in piazza centinaia di milioni (vedi video Youtube “I Radicali restituiscono i loro soldi fottuti ai cittadini con il finanziamento pubblico dei partiti”).

Ciò detto, ho l’impressione che sui sedicenti rimborsi elettorali qualcuno abbia confuso con altro ciò che per legge - truffaldina certo, ma pur sempre legge - spetta ai partiti del sessantennio.

Di certo, e lo ripeto, nessuno vuole discutere del furto di legalità, verità e democrazia e del tradimento della volontà popolare.

Viene in mente in queste ore il discorso pronunciato nel lontano 1958 nell’aula del Senato da Don Luigi Sturzo: "E’ necessario e urgente che una legge regoli le finanze dei partiti, ne proibisca i finanziamenti da parte di enti pubblici e di imprese private, ne renda pubblici i bilanci, fissi il massimo che ciascun candidato possa ricevere ed erogare per le spese elettorali, pena la decadenza dal mandato. Se non si arriva con coraggio ad affrontare la situazione, non solo le elezioni politiche ma anche le municipali, le provinciali e le regionali saranno inficiate di corruzione."

Il problema vero è che il “furto” legalizzato di denaro pubblico, la gestione clientelare delle istituzioni, la negazione del diritto alla conoscenza e di uno straccio di dibattito su temi di fondamentale importanza per la vita del Paese, si sono tradotti in furto di democrazia.

Ladri sì, ma appunto, di verità, di Stato di diritto e di democrazia. E’ questo il furto di cui dovremmo discutere. Tutto il resto è fumo negli occhi, che rischia anche di tradursi in mera guerra tra bande. 

Approfondimenti

I Radicali restituiscono i loro soldi fottuti ai cittadini col finanziamento pubblico  

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