Pena di morte: Missione dei Radicali in Sierra Leone

Pena di morte

Parte oggi una missione di quattro giorni di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale in Sierra Leone volta a ottenere una moratoria legale o l’abolizione della pena di morte sul piano interno e il sostegno del paese africano alla Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali.

La delegazione radicale è composta dal Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia e dai parlamentari Radicali Marco Perduca ed Elisabetta Zamparutti e si svolge grazie a un contributo del Ministero degli Affari Esteri italiano.

Il 27 aprile 2011, in occasione del 50° anniversario dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, il Presidente della Sierra Leone, Ernest Koroma, ha commutato tutte le condanne a morte in ergastolo. Nel settembre 2011, nell’ambito dell’Esame Periodico Universale (UPR) da parte del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, la delegazione della Sierra Leone ha annunciato di accettare “in linea di principio e soggette al processo di revisione costituzionale” quindici raccomandazioni nel senso dell’abolizione della pena di morte.

Per queste ragioni il Presidente Koroma è stato insignito del Premio di Nessuno tocchi Caino “L’Abolizionista dell’Anno 2012”, che gli verrà consegnato in una cerimonia solenne che si svolgerà a Freetown il 10 ottobre, nella Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte.

Il 21 dicembre 2010, per la terza volta consecutiva, la Sierra Leone si è astenuta sulla Risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. A tal proposito, tra gli obiettivi della missione di Nessuno tocchi Caino, oltre alla richiesta di accelerare il processo interno verso l’abolizione, vi è quello di ottenere il voto favorevole della Sierra Leone alla Risoluzione pro-moratoria in discussione alla sessione in corso all’Assemblea Generale dell’ONU.

Le ultime esecuzioni in Sierra Leone risalgono all’ottobre 1998, quando sono stati fucilati in pubblico 24 dei 34 condannati a morte per tradimento dalla corte marziale di Freetown. 

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