Emma Bonino: a chi fanno paura i Radicali?

Emma Bonino, mano davanti al viso

"Già non era entusiasmante la foto di Vasto, figuriamoci il dibattito sulla sua presunta archiviazione. Mi viene da chiedere: vi facciamo davvero cosí paura? Possibile che parliate con tutti tranne che con i Radicali?".

Lo ha detto Emma Bonino, nel corso della consueta conversazione settimanale con Radio Radicale. "Il panorama politico italiano è fatto di parole tra tutti, tranne questo tabú: con i Radicali, no. Al di là delle differenze che c'erano e che ci sono, siamo una forza politica che diversamente da altre sa tenere fede ai propri impegni, sa tenere comportamenti ed atteggiamenti responsabili ed istituzionalmente corretti, leali, trasparenti. È la riflessione un po' amara che mi viene in mente. Basta essere scorretti per farsi ascoltare".

Quanto all'ultimo attacco a Beppe Grillo, Bonino ritiene che 'sull'incitare all'odio mi sembra che Grillo sia anche un buon maestro... Anche in Italia, come in altri Paesi, esiste una percentuale di voto populista o demagogico, che si è chiamato Di Pietro, Lega, e che oggi si chiamerà Grillo. Ma non è questo che mi preoccupa. Quello che trovo importante è la mediocrità della classe dirigente, questa capacità immarcescibile di metter la testa sotto la sabbia, di parlare di alleanze e mai di contenuti e di prospettive di contenuto, che tenacemente insiste nel mantenere tutti gli aspetti di poca o nessuna trasparenza, a parte dai conti propri, che alimenta tutti questi fenomeni'. E sulla proposta di Renzi, che chiede il dimezzamento dei parlamentari: "Ecco, parlavamo di demagogia. Evidentemente ci sono non so se buoni o cattivi maestri, ma certamente degli allievi".

In merito alla Legge 40: "Per modificare una legge è chiaro che ci vuole una maggioranza in Parlamento. E non credo che questo governo voglia modificare questa legge. Il governo Monti si definisce tecnico. Io non credo che lo sia, ma visto che così si definisce non credo farebbe bene a presentare ricorso dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo". 

"Sulla legge 40 e sulla decisione della Corte europea ho cercato di mettere in guardia su quella che è una grande vittoria, rispetto ad entusiasmi eccessivi: è in primo grado, e questo governo, seppur tecnico, pare voglia fare ricorso, cosa abbastanza impressionante, viste le motivazioni della sentenza, che non meriterebbero un ricorso".
Per la senatrice la sentenza "è un primo passo importante, ma visto l'andazzo italiano, che non rispetta le sentenze europee e tantomeno adegua le leggi italiane per rispettare quello che l'Europa ci chiede, come il caso malagiustizia dimostra, non bisogna illudersi. Alla nostra classe dirigente i trattati che abbiamo firmato, la stessa Corte europea, sembrano cosa esotica, come se non ci riguardasse per niente il diritto e il rispetto delle regole", conclude Bonino.

Da note di agenzia lette a Radio Radicale.

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