Economia, Giorgio Pagano (ERA): l'economia linguistica deve rientrare nei piani di governo

"Oggi il Governo decide le misure economiche di dettaglio per arginare scalate estere ai beni italiani ed essenziali per i settori della difesa e della sicurezza nazionale. Ritengo che la difesa della lingua italiana e la sua promozione ovunque, sia questione di sicurezza nazionale seria e grave che al più presto deve essere considerata" - ha esordito il Segretario dell'Associazione Radicale Esperanto.
“L'Italia non può continuare a favorire invece il processo di scalata inglese distruttiva della lingua italiana, con gli enormi costi di risorse umane e finanziarie che vanno ad ingrandire sempre di più il mercato anglo-americano e a restringere inesorabilmente quello italiano e dei nostri giovani, costretti ad impiegare 12.000 ore della loro vita per favorire il monopolio linguistico inglese e a sfavorire la loro stessa lingua" - ha continuato il dirigente radicale.
È ora che l'economia linguistica entri a far parte dei settori strategici del governo.
La Gran Bretagna sul non insegnamento della lingua straniera nelle proprie scuole risparmia 18 miliardi di Euro l'anno, mentre l'Italia ne spende 60, di miliardi l'anno, per colonizzare la mente dei propri giovani nella sola lingua inglese. Stiamo parlando di circa 900 euro l'anno per ciascun italiano, piccolo o grande che sia. Questo è danaro che si toglie alle nostre università, alla nostra ricerca, ai nostri precari, alle nostre case editrici, alla nostra creatività e innovazione, andando ad ingrandire quelle straniere. Non si può continuare in questo suicidio collettivo degno di qualche setta millennaristica ma non certo del popolo italiano " - ha concluso Giorgio Pagano
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