Escalation overdosi in Umbria/Radicali: I dati forniti dai servizi confermano cheoccorrono nuovi strumenti per la riduzione del danno, dalle narcosale ai “pilltest”

23 morti per overdose nel 2011 in Umbria; 178 persone che hanno rischiato di morire per overdose; il 57% dei cittadini deceduti non era noto ai Sert; il Sert di Perugia è passato in 15 anni da 450 a 780 utenti (fonte:relazione dell’Assessorato regionale Sanità al Consiglio Regionale dell’Umbria).
Mario Staderini (Segretario Radicali Italiani) e Liliana Chiaramello (Presidente Radicali Perugia):
Un’overdose mortale ogni 15 giorni; un’overdose non mortale ogni due giorni. I dati che ci arrivano dall’Umbria confermano che la regione è un consolidato crocevia del rigoglioso traffico di stupefacenti, garantito dalla legge proibizionista; ai profitti per le narcomafie fanno da contraltare i rischi sanitari per i cittadini tossicodipendenti e i problemi di sicurezza per tutti coloro che vivono nei quartieri luogo di spaccio.
E’ ora di mettere in campo nuovi strumenti per ridurre il danno alle persone. Il Dott. Marcello Catanelli, dirigente del servizio regionale“Programmazione socio sanitaria”, ha dichiarato ai consiglieri regionali umbri che “ci vuole una strategia di prossimità, con servizi e punti di riferimento che facciano da antidoto per la mortalità e la diffusione di malattie infettive anche se non sono in grado di contrastare la dipendenza”.Noi radicali pensiamo che tali servizi e punti di riferimento siano,innanzitutto, narcosale (a Perugia e Terni) dove i cittadini tossico-dipendenti possano assumere le sostanze comprate al mercato nero criminale in condizioni igienico-sanitarie decorose e sotto controllo medico; e siano anche camper attrezzati per il “pill test”, l’analisi legale, veloce e gratuita delle droghe sintetiche, per verificarne la reale composizione, a tutela dei consumatori.
I radicali di Perugia stanno raccogliendo firme dei cittadini anche per questo e Radicali Italiani ha lanciato una petizione nazionale anche per questo.
Chiediamo al Consiglio Regionale di non archiviare, come è successo per gli anni precedenti, i dati e le proposte che vengono dall’Assessorato Sanità ma di interagire con gli uffici regionali e gli operatori sanitari per incardinare nuovi strumenti per tutelare la vita dei cittadini tossicodipendenti e per aumentare la sicurezza e la vivibilità delle città umbre.”
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