Attacco informatico all'AIEA(Associazione italiana esposti amianto). Intanto l'On. Zamparutti presenta un'interrogazione sulle morti bianche di Ottana

Amianto

Al Presidente del Consiglio

Al Ministro dell’Ambiente

Al Ministro della Salute

Al Ministro del Lavoro

Premesso che:

  • in un’intervista realizzata da Maurizio Bolognetti, componente la direzione nazionale di Radicali Italiani, per Radio Radicale (http://www.radioradicale.it/scheda/352687/il-lavoro-rende-liberi-le-morti-bianche-di-ottana)  e (http://www.radioradicale.it/scheda/352784)  relativa alle condizioni di lavoro presso la ex Enichem di Ottana, che un tempo impiegava circa 6.000 persone, emerge un quadro sconcertante circa l’assenza di adeguate misure di prevenzione e tutela dei lavoratori;
  • secondo la testimonianza di Raffaele Curreli, operaio che ha lavorato per circa 30 anni presso la ex Enichem di Ottana in Sardegna, è stato esposto a fumi venefici per aver lavorato materie prime come l’acido acetico in impianti, quali ad esempio gli AT04 e AT05, dove c’era una sfiato all’aria perenne, a causa dei guasti, da cui uscivano fumi da combustione dovuti alla produzione di trimetilammina e altre sostanze, senza che vi fosse neppure la protezione minima di una maschera e che per 20 anni nel laboratorio del reparto ha fatto analisi senza aspiratore e cercando di ripararsi alla bene meglio;
  • Raffaele Curreli ha altresì parlato di svuotamenti all’aria, senza quindi alcuna protezione né per i lavoratori né per l’ambiente più in generale, dei contenitori usati per recuperare quanto più possibile solventi e di una coimbetazione delle colonne fatto con l’amianto;
  • secondo una descrizione fatta dall’AIEA di una parte dell’ambiente lavorativo "nel Laboratorio di Ottana, le pareti, il soffitto del corridoio dove passavano i canali di condizionamento, le linee utilities, erano finite con intonaco a base di amianto ed amianto floccato; le linee di vapore che alimentava le utenze dei banconi da laboratorio, all'interno degli stessi banconi erano coibentati con treccia di amianto e finiti con tessuto in fibra di amianto. Chi apriva per pulire o manutenere era sottoposto ad esposizione significativa". Le bonifiche che hanno interessato l'impianto di condizionamento sono state realizzate nel 1995, come evidenziato da un funzionario SPRESALS nel Convegno di Nuoro del 19 marzo 2010;
  • il tutto avveniva in assenza della benché minima informazione sui rischi in cui incorrevano i lavoratori, neppure da parte dei sindacati che pure erano stati messi al corrente dei pericoli connessi ai metodi di lavorazione, e con controlli da parte della locale ASL che, a suo giudizio, avvenivano come se a priori si fosse deciso di non rilevare l’inquinamento;
  • infatti i controlli che venivano effettuati ogni 6 mesi poi ogni 3 mesi all’anno erano inadeguati come inadeguata era la spirometria fatta dal medico aziendale o la radiografia, quando solo una TAC con doppio contrasto è in grado di evidenziare le problematicità connesse a quei tipi di lavorazione;
  • altrettanto gravi sono le descrizioni che emergono nell’intervista di Maurizio Bolognetti ad Anna Etzo, vedova di GiovanniSerra, lavoratore per 10 anni presso la Enichem di Ottana e deceduto per mesotelioma pleurico dopo aver lavorato dal 1971 al 1983 presso lo stabilimento di Ottana senza essere mai stato informato sui rischi e senza che gli siano stati forniti strumenti di prevenzione e a cui, dopo il decesso, l’Inali ha riconosciuto la malattia professionale e sul cui caso con l’AIEA è stato intentata causa di riscarcimento per danni materiali contro la Syndial (subentrata alla Enichem nel 2004);
  • il quadro trova conferma nelle parole di Gisella Serra, moglie di Giovanni Moro deceduto nel 2006 per mesotelioma pleurico dopo aver lavorato dal 1975 presso la ex Enichem dove, nel box di vetro in cui era collocato il suo ufficio, una volta divenuto capo reparto, ogni mattina trovava sulla scrivania polvere che molto probabilmente era polvere d’amianto caduta dagli aeratori dell’aria condizionata, i cui tubi erano coibentati con amianto;
  • anche Luigi Porcu che ha lavorato per circa 30 anni presso la ex Enichem di Ottana ha contratto la malattia per aver lavorato in condizioni prive delle minime misure di sicurezza, senza neppure la dotazione di mascherine, in un ambiente in cui si produceva trimetilammina e si usava acido acidico, acido solfurico e amianto;
  • secondo quanto riferito da Mario Murgia, Presidente Associazione Italiana Esposti Amianto, la Sardegna, dopo la Basilicata, presenta il più alto incremento percentuale di patologie oncologiche a livello nazionale in base a dati in suo possesso che ritiene comunque parziali, frutto delle denuncie fatte dai medici di famiglia;
  • inoltre, sempre secondo Mario Murgia, per lo stabilimento di Ottana, nato 12 anni dopo quello di Pisticci in Basilicata, ben si potevano svolgere attività di sorveglianza per mettere in evidenza quelle patologie che a Pisticci causarono innumerevoli decessi (se nel 2009 Mario Murgia denunciava 150 casi di malati di cui una cinquantina deceduti, oggi parla di 500 casi di patologie tumorali (benigne e non) e di oltre 170 decessi tra i lavoratori ex Enichem di Pisticci);
  • in particolare si denuncia la mancata corretta applicazione della legge il 277/91 per la quale non deve essere il singolo lavoratore a chiedere di andare in sorveglianza sanitaria perché tutti i lavoratori devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria e monitorati;

si chiede di sapere:

quali azioni si intendono promuovere per dare attuazione ai diritti previsti dalla legge 257/92 agendo anche nei confronti dei responsabili delle aziende che ad Ottana hanno fatto lavorare persone nelle condizioni descritte in premessa.

Elisabetta Zamparutti

Approfondimenti

Il Lavoro rende liberi: le morti bianche di Ottana (Notizie Radicali, 16 maggio 2012)

Le morti bianche di Ottana: intervista a Gisella Serra e Luigi Porcu (Da Radio Radicale)

Il Lavoro rende liberi: le morti bianche di Ottana (da Radio Radicale)

“Non so chi sia stato - ha dichiarato Murgia – ma ho presentato regolare denuncia alla Polizia di Stato… posso aggiungere che oltre al normale impegno, in questo periodo, con Radio Radicale, l’associazione stava conducendo un servizio d’inchiesta sulle conseguenze dell’esposizione all’amianto dei lavoratori dell’ex stabilimento Enichem-Montedison di Ottana in Sardegna.” (Da Gazzetta del Mezzogiorno, 28 maggio 2012)

 



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