Rosa (PDL), la sedicente opposizione e la Basilicata hub petrolifero

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e segretetario Radicali Lucani.
Trovo piuttosto singolare che il consigliere Rosa manifesti insoddisfazione per un incontro ricco di contenuti e proposte quale è stato il Copams 2012. Forse il consigliere si aspettava aggressioni verbali e un tentativo di linciaggio nei confronti del Presidente De Filippo, che pure era presente all’incontro. Il buon Rosa, impegnato com’è a sostenere il memorandum petrolifero, strumento propedeutico all’incremento delle attività estrattive nella Basilicata Saudita, deve essersi perso qualche passaggio. Chi scrive, oltre ad aver denunciato scempi ambientali, ha ripetutamente avanzato proposte per accrescere il tasso di trasparenza nella gestione dei monitoraggi.
Abbiamo bisogno in questa regione di una contabilità ambientale, che permetta di giudicare gli amministratori anche in base al disavanzo ecologico. Mentre Rosa e soci erano impegnati a menar vanto di un accordo che apre un’autostrada a quattro corsie per la definitiva petrolizzazione della nostra terra, noi scoprivamo che dopo 15 anni in Basilicata non esiste ancora l’anagrafe dei siti da bonificare prevista dal decreto Rochi nel 1997. Il buon Rosa, desideroso com’è di favorire il rilascio di ulteriori permessi di ricerca e concessioni alla coltivazione, dimentica un piccolo particolare: estrazione di idrocarburi fa rima con inquinamento. Non a caso, nel 2000, la Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti scriveva di 890 siti inquinati presenti sul territorio regionale, aggiungendo che la metà di essi era connesso alle attività di prospezione ed estrazione petrolifera.
Rosa dimentica che già oggi i due terzi del territorio regionale sono coperti da concessioni alla coltivazione e permessi di ricerca autorizzati o in fase di autorizzazione.
Oltre ad aver denunciato gli effetti collaterali delle estrazioni petrolifere e ad aver chiesto indagini epidemiologiche, biologiche e seri controlli ambientali, ho da tempo proposto una moratoria. Tradotto: noi chiediamo che non ci siano ulteriori permessi e concessioni.
La proposta alternativa c’è, il problema è che Rosa o non l’ha capita o non vuole ascoltarla.
Attribuire le responsabilità di quanto avvenuto in Basilicata al solo Governatore è un’operazione intellettualmente disonesta, soprattutto quando il tentativo arriva dagli esponenti di un partito che ha fatto del bonus carburante una bandiera.
Da questa opposizione consociativa non accettiamo lezioni. Dov’erano lor signori quando si decideva di trasformare la Basilicata in un Hub petrolifero? Come mai non si sono accorti della carenza di monitoraggi, dell’assenza di studi epidemiologici e biologici?
Occorre ristabilire un minimo di verità storica. A scoperchiare la pentola di una gestione ambientale poco brillante non sono stati coloro che da tempo occupano poltrone e si spartiscono postazioni di potere e sottopotere. Dallo scandalo Fenice passando per il Pertusillo, a tentare di far luce sui veleni industriali e politici della Lucania fenix sono stati i Radicali e i comitati di cittadini. Mentre noi documentavamo gli scempi, Rosa e soci erano troppo impegnati a fare gli ascari delle compagnie petrolifere. I tatticismi elettorali e le prese di posizione un tanto al chilo sono la vera cifra di un’opposizione tanto inesistente quanto inconsistente. Prima di guardare la trave o la pagliuzza nell’occhio del proprio avversario, o presunto tale, Rosa guardi la trave conficcata nell’occhio della propria coalizione. Se il ruolo dell’opposizione è quello di controllare, di tutta evidenza gli errori che sono stati compiuti in questi anni sono stati favoriti dal consociativismo.
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