Finanziamento pubblico: Spunta il 5 per mille (Alfano). Fanno amaramente sorridere le dichiarazioni di oggi. E’ il passato che ritorna e che in troppi hanno dimenticato

Finanziamento pubblico ai partiti

Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale, membro della Commissione Giustizia.

Angelino Alfano propone il 5 per mille per finanziare i partiti perché – dice – “vogliamo gestire e governare i nostri rispettivi partiti senza rubare e senza imbrogliare”.

Fanno sorridere amaramente queste dichiarazioni. Infatti, in pochi ricordano i tanti tradimenti del referendum del 1993 quando 31,492.808 italiani abrogarono la legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Il 2 gennaio del 1997, per esempio, la partitocrazia unita approvò la legge del 4 per mille, un vero e proprio sfregio alla volontà popolare.

Presto però si accorsero (ci voleva la prova?) che i contribuenti italiani non volevano proprio saperne di mettere la crocetta per destinare il 4 per mille dell’IRPEF ai partiti. Il 24 marzo del 1998, il Ministro delle Finanze Visco affermò di non avere “la più pallida idea di quanti abbiano scelto il 4 per mille” e che “per conoscere i dati bisognerà aspettare, ma credo che non siano stati moltissimi”. Risultato? I partiti si anticiparono 110 miliardi in attesa dei conti di Visco che, date le scarse crocette degli italiani, mai avrebbero dato quella cifra.

Visto il fallimento della trovata del 4 per mille, l’antidemocrazia partitocratica corse ai ripari approvando la legge sui rimborsi elettorali (3 giugno 1999), dai radicali ribattezzata dei “rimborseggi elettorali”, di nuovo da noi sottoposta a referendum abrogativo nel 2000.

Tornando al 4 per mille, non posso non ricordare che mentre i ladri di regime imperversavano, si chiese la mia autorizzazione a procedere “per il reato di cui all’art. 290 CP (vilipendio delle Assemblee legislative) per avere – così si legge negli atti trasmessi al Senato dall’allora Ministro della Giustizia Flick – nel corso di una manifestazione a Piazza Navona vilipeso pubblicamente il Parlamento definendolo “fuorilegge” e appellando come “ladri!” appartenenti ad un’”associazione a delinquere” i partiti che avevano approvato la legge del 4 per mille. Sarebbe stato divertente essere processata per quelle affermazioni ma, nonostante il mio appello, il Parlamento e il Ministro di Grazia e Giustizia si guardarono bene dal concedere l’autorizzazione a procedere.

Il passato riaffiora nelle dichiarazioni di oggi, ma dubito che una classe politica dalla memoria corta e dalla coscienza sporca sia capace di fare le necessarie riforme già da decenni approvate per via referendaria.

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