Latronico (PZ) - Il segretario cittadino del Pd, Gianluca Mitidieri, si iscrive al Partito Radicale.

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani e Segretario Radicali Lucani
Ho provato più e più volte in queste settimane a descrivere quello straordinario contenitore politico che è il Partito Radicale Nonviolento Transpartito e Transnazionale. L’immagine che in questo momento dà la plastica rappresentazione del PR, delle sue lotte, dei suoi ideali e dei suoi obiettivi è quella del suo segretario, l’avvocato del Mali Demba Traorè. Se potessimo avere la possibilità di raccontarla la storia del PR, di declinare il suo statuto, sono certo che in migliaia, come già avvenuto in passato, deciderebbero di iscriversi, di dire “Sono radicale anch’io”, anche radicale. In tanti, ne sono certo, si riconoscerebbero in quel messaggio di speranza rappresentato dal preambolo allo Statuto: “Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito Radicale, proclama nel loro rispetto la fonte insuperabile di legittimità delle istituzioni, proclama il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge”.
Sì, ne sono certo. Se Marco Pannella, Emma Bonino, i radicali potessero parlare al paese e alla classe dirigente, in migliaia si iscriverebbero, prendendo la tessera di un soggetto politico unico al mondo che è partito di ideali, di progetti e di battaglie e non un partito elettorale. Il PR, libera associazione di persone che intende perseguire obiettivi di diritti umani e di democrazia oltre le frontiere, oltre i partiti, oltre i confini della politica tradizionale.
Il PRNTT è il partito che in queste ore ricorda il 53° anniversario dell’insurrezione di Lhasa, che ricorda il genocidio culturale ed etnico perpetrato ai danni del popolo tibetano che ha mietuto almeno 1.200.000 vittime.
Per spiegare il PR occorrerebbe ricordare i contenuti del Manifesto-Appello sottoscritto trent’anni fa da oltre 140 premi Nobel: “Occorre ribellarsi contro il falso realismo che induce a rassegnarsi come ad una fatalità a quel che invece appartiene alla responsabilità della politica ed al «disordine stabilito». Occorre realisticamente lottare perché il possibile sia realizzato e non consumato, forse per sempre. Occorre che si convertano in positivo sia quegli assistenzialismi che danno soprattutto buona coscienza a buon mercato e che non salvano coloro cui si rivolgono, sia quelle crudeli e infeconde utopie che sacrificano gli uomini di oggi in nome di un progetto d'uomo e la società di oggi in nome di un progetto di società. Se i potenti della terra sono responsabili, essi non sono gli unici. Se gli inermi non si rassegneranno ad essere inerti, se dichiareranno sempre più numerosi di non obbedire ad altra legge che a quella, fondamentale, dei diritti degli uomini e delle genti, che è in primo luogo Diritto, e diritto alla vita.”
Vorremmo avere la possibilità di parlare, di dialogare, di raccontare un futuro altro e possibile, fatto non di realpolitik, ma di diritto, diritti, libertà e democrazia.
Vorremmo poter ricordare che il PR ha rischiato di perdere il suo status consultivo presso le Nazioni Unite per aver ceduto il suo diritto di tribuna al Presidente della Montagnard Foundation Kok Ksor
Vorremmo che non si perdesse memoria di quell’Iraq Libero scandito da Marco Pannella, che proponeva nel gennaio 2003 l’esilio di Saddam quale alternativa, percorribile e assolutamente praticabile, alla guerra. Il PRNTT allora affermava che “la vera e duratura alternativa, non fosse “la guerra o la pace”, ma “la guerra o la libertà, il diritto, la democrazia e la pace”. Oltre la metà dei parlamentari italiani fece proprie le affermazioni secondo cui l’esilio del dittatore Saddam Hussein avrebbe cancellato, per gli Stati Uniti stessi, la necessità della guerra, costituendo il punto di partenza per una soluzione politica della questione irachena”.
Vorremmo avere la possibilità di diffondere i contenuti della mozione approvata a dicembre dal 39° Congresso. Sono certo che in tanti si riconoscerebbero e ci riconoscerebbero.
Viviamo dando corpo alla nostra convinzione che siano i mezzi a giustificare i fini. Siamo convinti che ieri più di oggi sia necessario arrivare alla creazione di una “Organizzazione Mondiale della e delle democrazie”.
Ci siamo appellati, e lo abbiamo scritto, “alla ragionevolezza dei massimi responsabili della politica mondiale, affinché prendano atto della incontenibile richiesta di democrazia che emerge ormai ovunque, e della indiscutibile priorità dei diritti umani universali - contro l’antistorica e pericolosa illusione del perpetuarsi, fosse pure in veste democratica, degli Stati e degli ordinamenti nazionali, ormai strutturalmente incapaci di garantire non solo democrazia ma neppure progresso e benessere, secondo quanto profeticamente previsto già nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel Manifesto di Ventotene”.
Diamo il benvenuto e diciamo grazie al segretario cittadino del Pd di Latronico Gianluca Mitidieri, che ha deciso di dire sono anche radicale.
Approfondimenti
Marco Pannella e Kok Ksor a Latronico, giugno 2004
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