Bernardini, 41-bis: dalla tortura democratica alla destabilizzazione dell’ordine costituzionale

Carcere

Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale eletta nelle liste del PD e componente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.

"A distanza di quasi un anno il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha finalmente dato esecuzione al provvedimento con il quale il magistrato di sorveglianza di Roma, dott. Enrico della Ratta Rinaldi, ha stabilito che al detenuto G.C., sottoposto al regime detentivo del 41-bis all’interno della casa circondariale Rebibbia Nuovo Complesso, non potesse essere inibita la visione dei canali televisivi “Rai Sport” e “Rai Storia”. Sebbene il provvedimento del magistrato di sorveglianza risalisse al lontano 17 maggio 2011, in tutti questi mesi il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, su concorde parere del Ministro della Giustizia, aveva continuato ad impedire al detenuto la visione dei due citati canali televisivi, ciò in quanto gli stessi “avrebbero potuto essere usati per veicolare messaggi all’esterno”. Per circa un anno, quindi, il DAP e il Ministro della Giustizia si sono fatti beffe di un legittimo provvedimento adottato dall’autorità giudiziaria attraverso comportamenti destabilizzanti dell’ordine costituzionale. Sulla vicenda nei mesi scorsi avevo rivolto una interrogazione al Ministro della Giustizia al quale ho chiesto di attivarsi con tempestività per garantire il rispetto della giurisdizione mettendo in esecuzione il provvedimento di quel magistrato, il che è puntualmente avvenuto, anche se con colpevole quanto intollerabile ritardo. Ritengo che quanto accaduto possa ora darci forza per tornare a discutere sulla necessità, efficacia e costituzionalità di questa moderna “tortura democratica” rappresentata dal cosiddetto “carcere duro”."

LINK ALL'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA SUL CASO DA RITA BERNARDINI



SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.