Elezioni russe, radicali: anche Milosevic prendeva il 60% dei voti …

Putin

Marco Perduca (senatore radicale/PD, esponente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):

La Russia di Putin rimanda alla Serbia di Milosevic: stessa situazione di “democratura” (mix di democrazia formale + dittatura sostanziale); stessi brogli elettorali; stesse percentuali di voto (Milosevic vinse in dodici anni tutte le elezione prima di essere spodestato a furor di popolo); i voti della “provincia” determinanti per la vittoria, mentre la borghesia urbana, prima connivente o indifferente, prende gradatamente coscienza della situazione insostenibile …

I paragoni finiscono qui, per il momento. I rapporti di forza e di potenza non hanno finora consentito quello che, a rigor di logica e di diritto internazionale, sarebbe del tutto conseguente: Vladimir Putin dovrebbe essere giudicato dalla Corte Penale Internazionale per i crimini di guerra e contro l'umanità commessi dalle truppe di occupazione russe, dai ceceni collaborazionisti di Kadyrov e dalle bande paramilitari in Cecenia (100.000 civili uccisi), proprio come Slobodan Milosevic, una volta perso il potere, fu estradato all'Aja e processato per i crimini commessi o direttamente dall'Armata Federale Jugoslava (VJ) o dai serbo-bosniaci collaborazionisti di Mladic o dalle bande paramilitari di Arkan e Seselj (foraggiate da Belgrado) in Croazia, Bosnia e Kosova.

Ma anche Milosevic, fino al 1998, era ritenuto intoccabile e impunito. Solo due anni dopo era senza potere e a disposizione dei giudici dell'Aja.

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