Rai, Beltrandi: lo sviluppo delle nuove tecnologie non può essere alibi per aumentare illegalmente i proventi derivanti dal canone

Marco Beltrandi, volto

 

Dichiarazione di Marco Beltrandi, deputato radicale nella Commissione bicamerale di vigilanza sulla RAI

Fonti di stampa ci informano che il Governo ha allo studio una nuova disciplina che intende applicare una tassazione su ogni dispositivo mobile in grado di collegarsi al web o di ricevere il segnale tv Secondo studi pubblici sull’argomento, il governo potrebbe ricavare dall'applicazione di tale misura una cifra prossima al miliardo di Euro. A subire la nuova tassa saranno circa 5 milioni di italiani, con tributi che andranno da 200 Euro a 6mila Euro, in base al supporto di cui ci si avvale e alla tipologia di impresa. Dunque tasse su Smart-Phone, I-Phone, ma anche Pc, Tablet e I-Pad. Tutto ciò si può trasformare in una vera e propria ingiustizia perpetrata a danno dei tanti utenti, che molto spesso si avvalgono di tali supporti approfittando di offerte sempre più invitanti, create apposta per dotare di strumenti avveniristici anche persone che mai avrebbero potuto pagarli. Secondo alcune indiscrezioni, perfino gli impianti di videosorveglianza sarebbero sottoposti a tassazione, qualora questa misura fosse approvata.

Come se non bastasse, la Rai sta inviando una serie di avvisi a diversi operatori economici, commercianti e professionisti tramite i quali ipotizza l'esistenza di un televisore nei locali dello studio, ufficio o negozio. Di conseguenza richiede il pagamento del cosiddetto «canone speciale», previsto per gli apparecchi televisivi disponibili in pubblici esercizi ma anche in qualsiasi altro ambito «non familiare», per un importo pari ad euro 200,00

Ora, se è vero che esiste l'obbligo di pagamento per chi detiene in ufficio, studio o negozio un apparecchio televisivo (adatto alla ricezione delle trasmissioni), è importante evidenziare che la tassa non è dovuta, non si può applicare nel caso di monitor non dotati di sintetizzatore di frequenza, come quelli dei computer, ad esempio, anche se si tratta di apparecchi atti alla ricezione di dati e immagini telematiche. In questi casi, il pagamento chiesto dall'azienda radiotelevisiva a chi possiede apparecchi in studio, ufficio o negozio è illegittimo perché non esiste alcun obbligo per i monitor «puri» che non sono in grado di decodificare il segnale trasmesso via etere, e per i lettori di cassette o CD (non videoregistratori) che si limitano a leggere il segnale del nastro;

nonostante ciò la Rai cerca di percepire il canone anche nei casi non dovuti, quale quello descritto perché se non c'è apparecchio televisivo, ovviamente non si deve pagare, e non si può essere obbligati.

La scorsa settimana, per capire cosa stia effettivamente accadendo, a legislazione vigente, e per evitare che gli abusi di oggi si trasformino nella legge di domani, ho chiesto spiegazioni al Presidente Monti e al Ministro Passera, oltre che chiedere il perché di tali comportamenti illegittimi da parte della Rai al DG Lorenza Lei, presentando interrogazioni parlamentari in Aula e in commissione bicamerale di vigilanza sulla RAI.

© 2012 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati



SEGUICI
SU
FACEBOOK

Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.