Buonasorte non sbaglia a definirmi un Radicale per caso

Non sbaglia Buonasorte a definirmi un radicale per caso anche se non ricorda tante cose. Ho creduto, come molti, che dopo la tangentopoli del '92 fosse un dovere impegnarsi in politica in prima persona per contribuire, nel proprio piccolo, a rinnovare il paese. Ho creduto che il progetto di AN fosse un nuovo progetto di destra liberale in Italia, ma mi accorsi ben presto, come molti altri giovani anche a Monterotondo, che AN era solo un "marchio" qualsiasi, come oggi quello de La Destra, per nascondere la solita putrida partitocrazia clientelare che ha portato alla bancarotta fraudolenta il nostro Paese.
Uscii subito dal circolo che avevo contribuito a fondare e che insieme ad altri avevo voluto fosse intitolato a Cavour. Ricorda male Buonasorte: disgustato e disilluso, ben prima dell'incontro con i Radicali, mi allontanai da quella politica in cui Buonasorte, già esperto consigliere comunale appartenente alla "vecchia guardia", a Monterotondo giocava un ruolo da protagonista, e con me uscirono disgustati tanti giovani che per la prima volta si erano affacciati alla politica. Solo dopo due anni incontrai Marco Pannella, nel 1997, novembre per la precisione e capii immediatamente che in Italia c'era ancora la speranza per chi credeva in un'altra politica possibile. Divenni subito l'avvocato di fiducia di Pannella; ricorda male e con malizia Buonasorte, non ottenni alcuna consulenza, la differenza è nota a Buonasorte avendomi anche lui nominato suo difensore in un processo penale che lo vede imputato (ho di recente rinunciato all'incarico per poter liberamente querelare il suo capogruppo Storace).
E' vero, dunque, per caso a 27 anni ho incontrato Marco Pannella, con il quale subito mi sono riconosciuto come liberale, laico, anticomunista e antifascista, antipartitocratico, con il comune amore per il diritto, la libertà, la giustizia, la legalità, l'onestà.
14 anni di lotte radicali nei Tribunali, le mie, non sono però un caso, sono una vita, la mia.
Ricorda male tante cose Buonasorte: io e lui non abbiamo mai inteso ne' la vita ne' la politica allo stesso modo, e lui questo lo sa molto bene, non abbiamo mai detto e soprattutto mai fatto le stesse cose, neppure quando, 16 anni fa, siamo stati candidati nella stessa lista ed anche questo lui lo sa molto bene.
Una cosa però recentemente l'abbiamo fatta insieme: abbiamo gioito, stappando spumante, a casa di un comune amico, la sera del sabato in cui Alfredo Milioni non presentò la lista provinciale di Roma del Pdl per le elezioni regionali del 2010. E raccontava divertito di come anche lui, in Tribunale per depositare le liste de La Destra, si fosse opposto con veementi urla e significativi gesti non privi di efficacia, al deposito delle liste da parte del rappresentante del Pdl che giungeva fuori tempo massimo. Io ero felice per le possibilità che si aprivano per la Bonino, lui perché intuiva che senza Pdl a Roma e provincia, La Destra avrebbe ottenuto almeno due eletti e gli sarebbe cambiata la vita. Era solo preoccupato che potesse essere riconosciuto nel video che girava in rete.
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