Ashraf, Comitato Parlamentare “Iran Libero”: il governo acceleri procedure accoglienza umanitaria

I deputati Elisabetta Zamparutti (Radicali) e Carlo Ciccioli (PdL), co-presidenti del Comitato parlamentare “Iran Libero” che hanno partecipato oggi ad una manifestazione di fronte a Montecitorio promossa da appartenenti alla resistenza iraniana, hanno rivolto un appello al Governo italiano affinchè acceleri le procedure di accoglienza umanitaria in Italia di persone ferite e malate residenti a Campo Ashraf. La Commissione affari esteri della Camera aveva approvato nel luglio scorso, all’unanimità, una risoluzione in tal senso ma solo 4 persone hanno finora potuto essere accolte per cure mediche in Italia mentre la richiesta da parte del Parlamento al Governo era di 40.
I deputati hanno in proposito dichiarato: “Sappiamo che il Ministero degli Esteri è operativo ma è un dato di fatto che mancano solo 10 giorni all’annunciato smantellamento del campo da parte dell’Iraq, sotto pressione iraniana, senza che vi siano esiti certi del negoziato, in corso sostanzialmente tra USA e Iraq, per un rinvio dell’ultimatum della chiusura del campo, negoziato dei cui contenuti, tra l’altro, i residenti di Ashraf sono tenuti all’oscuro.”
I due parlamentari hanno poi proseguito: “Siamo fortemente preoccupati dalla notizia che 400 appartenenti all’intelligence iraniana siano stati trasferiti a Campo Ashraf in 3 autobus e 13 furgoni sotto la protezione della polizia irachena lunedì scorso e dal fatto che dal 29 novembre le forze irachene stiano procedendo alla realizzazione di terrapieni e fortificazioni in prossimità del Campo funzionali ad un attacco armato. Per questo – hanno concluso Zamparutti e Ciccioli – chiediamo alla Farnesina di accelerare l’arrivo in Italia di altri feriti e malati e di dare un fattivo contributo in sede internazionale per una soluzione politica duratura e rispettosa dei diritti umani dei circa 3500 residenti di Campo Ashraf appartenenti alla resistenza iraniana nei cui confronti l’Iraq ha finora impedito all’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati di procedere con il riconoscimento dello status di rifugiato su base individuale.”
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