Bolognetti commenta le dichiarazioni del sostituto procuratore generale che ha manifestato l'intenzione di iscriversi al PRNTT

Partito radicale transnazionale, transpartito e nonviolento, il simbolo

dal settimanle Controsenso, 3 dicembre 2011

di Virginia Cortese

Da due settimane, Controsenso sta pubblicando la lunga intervista che il procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi, ha concesso ai nostri microfoni. Nella scorsa edizione, grande eco ha destato la dichiarazione del Pg che ha manifestato l’intenzione di aderire al Partito Radicale, in seguito alla dismissione dalla sua attuale attività.

Maurizio Bolognetti, Radicale della nostra terra, ha voluto così commentare: “Ringraziamo e diamo il nostro benvenuto al dottor Bonomi per aver preannunciato l’intenzione di volersi iscrivere al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito(PRNTT). I soggetti politici radicali non sono chiese o case chiuse, e auspichiamo che in questa regione in tanti decidano di diventare “azionisti” del PRNTT. Voglio ricordare il preambolo allo statuto del PR: “Il Partito Radicale proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito Radicale, proclama nel loro rispetto la fonte insuperabile di legittimità delle istituzioni, proclama il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge. Richiama se stesso, ed ogni persona che voglia sperare nella vita e nella pace, nella giustizia e nella libertà, allo stretto rispetto, all'attiva difesa di due leggi fondamentali quali: La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo (auspicando che l'intitolazione venga mutata in "Diritti della Persona") e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nonché delle Costituzioni degli Stati che rispettino i principi contenuti nelle due carte; al rifiuto dell'obbedienza e del riconoscimento di legittimità, invece, per chiunque le violi, chiunque non le applichi, chiunque le riduca a verbose dichiarazioni meramente ordinatorie, cioè a non-leggi. Dichiara di conferire all'imperativo del "non uccidere" valore di legge storicamente assoluta, senza eccezioni, nemmeno quella della legittima difesa”. Quella del dottor Bonomi è una dichiarazione importante, la dichiarazione di chi dice “sono radicale anch’io”, per la vita del diritto e il diritto alla vita, magari perché percepisco l’importanza di realizzare “la comunità della e delle democrazia”, perché ritengo che occorra lottare contro la montante antidemocrazia. Di buone ragioni ce ne sono tante e ben esposte sul sito www.radicalparty.org. Ho letto con interesse le considerazioni del dottor Bonomi che definisce il carcere un luogo di tortura. Il PRNTT non è un soggetto che partecipa alle elezioni e ha tra i suoi iscritti parlamentari di ogni parte del mondo.  

 

D. Qualche esempio? 

“Da più di trent'anni combattiamo per un’amnistia generalizzata che possa immediatamente salvare la giustizia e consentire ai magistrati italiani di rientrare nella legalità". Sai chi lo ha detto? Marco Pannella. Ecco, appunto, la “prepotente urgenza”, che sembra essere svanita, in un paese inchiodato a discutere di Avetrana, mentre - per dirla sempre con le parole di Marco - le carceri di questo paese sono ormai “un consistente e allarmante nucleo di nuova Shoah”, luoghi di tortura per l’intera “Comunità penitenziaria”- detenuti, agenti, appunto “la comunità penitenziaria”- abbandonata, ma per fortuna non rassegnata, e che in massa ha partecipato al Satyagraha radicale. Di cosa parlare? Nella sua ultima conversazione settimanale con Massimo Bordin, Pannella ha descritto la realtà di questo paese come una realtà criminale in termini di rispetto del diritto, dei diritti. L’amnistia radicale anche come antidoto a quella amnistia clandestina e di classe che ogni anno prende corpo con circa 200000 prescrizioni.

 

D. Il dialogo sui grandi temi per non dimenticare, per destare attenzione e per ripristinare un equilibrio formale. Ora più urgente che mai? 

E’ urgente ristabilire lo Stato di diritto, il diritto a poter conoscere per deliberare in un paese dove c’è democrazia reale, così come un tempo si parlava di socialismo reale riferendosi ai paesi oltre la cortina di ferro. Marco Pannella afferma: “La strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli”. Nel nostro dossier “La Peste Italiana” descriviamo la “lunga e continuata strage di leggi, di diritto, di principi costituzionali, di norme e di regole che avrebbero dovuto governare la convivenza civile della democrazia italiana”. Ecco, mi piacerebbe che Controsenso pubblicasse a puntate “La Peste Italiana” e mi piacerebbe conoscere l’opinione del dottor Bonomi su questo documento.

 

D. Cosa a proposito delle Carceri?

Cito Don Andrea Gallo: “Con Marco veniamo da lontano. Mi ricordo che anni fa partimmo con altre compagne e compagni, insieme anche a Don Mazzi e moltissimi altri, da via della Conciliazione, e siamo andati a piedi fin sotto il Quirinale. Era la marcia di Natale per l'amnistia, a me ha fatto parlare sotto il carcere di Regina Coeli”. E cito, consentimelo, un appello dei direttori del Si.Di.Pe: “La verità di oggi è quella di carceri che assomigliano sempre di più a favelas ingabbiate, dove il personale vive situazioni di grande stress e sempre più si vergogna per le risposte che non riesce a dare alle istanze dei detenuti e dei cittadini sul pieno riconoscimento di diritti fondamentali che esse devono assicurare, quali quello alla salute ed alle cure mediche, ad una adeguata alimentazione, al diritto di ricevere una branda per la notte, a quello di poter utilizzare in modo ordinario docce, gabinetti, lavandini, di poter avere ambienti sufficientemente illuminati, pareti periodicamente tinteggiate e non solo lordate da umori umani, sporcizie o altro, che rappresentano i graffiti della disperazione, così come di poter essere, seppure minimamente, garantiti da eventuali rischi d’incendio, di malattie infettive, etc. Costretti ad esprimere, ancora una volta, indignazione e rabbia per come passi in silenzio tutto ciò”. Ecco il silenzio che come pietra tombale si posa sulle parole degli uomini di buona volontà.

 

D. …e sulla Giustizia?

La bancarotta della giustizia. Ripeto, subito un provvedimento propedeutico: Amnistia! Amnistia che va vista soprattutto come lo strumento tecnico indispensabile a far rientrare il nostro paese nella legalità. Cito ancora Pannella: “Noi chiediamo l’amnistia più grande degli ultimi 60 anni, quella che elimina una buona parte dei processi da smaltire. In modo che il giorno dopo si possa ricominciare in piena legalità ad assicurare i tre gradi di giudizio agli imputati”. Insomma, l’amnistia che chiedono i Radicali non è mero atto di clemenza. Noi siamo per la certezza della pena. Le vuoi conoscere le cifre di questa bancarotta? Le ha raccontate Rita Bernardini in occasione della fiducia al Governo Monti: 5.200.000 procedimenti penali pendenti dei quali circa 180.000 cadono in prescrizione ogni anno; 5.400.000 procedimenti civili in arretrato; 67.510 detenuti ristretti in 45.572 posti(con una percentuale del 147% di sovraffollamento); 28.457 detenuti in carcerazione preventiva, pari al 42%, cioè il doppio della media europea. La metà di loro, secondo quanto accaduto negli anni precedenti, sarà riconosciuta innocente. Dal 2000 ad oggi nelle carceri italiane si sono suicidati 684 detenuti e negli ultimi 10 anni 85 agenti di polizia penitenziaria. Rita, che è straordinaria per la passione e la forza con cui segue le vicende carcerarie, ha affermato: “Se esistesse una “Borsa” della Giustizia, a che punto sarebbe lo spread tra l’Italia e gli altri Paesi Europei? Almeno un terzo della popolazione italiana, attende da anni una soluzione giudiziaria di casi più o meno gravi e controversie di ogni tipo. Un terzo della popolazione italiana che attende giustizia è la cifra non solo di una grave emergenza istituzionale, ma anche di una vera e propria questione sociale”.

 

D. Crede che l’attuale situazione abbia una qualche conseguenza sulla nostra economia?

Quello che accade è una pessima cartina di tornasole per chi ci guarda dall’esterno. Pensa solo alla situazione che registriamo in materia di giustizia civile. Ecco, togliere il carico di arretrati dal penale attraverso l’aministia significa magari poter concentrare forze sul civile. 

 

D. Depenalizzazione. Perché?

L’approccio proibizionista da un lato consegna al crimine organizzato un fiorente mercato illegale, dall’altro fa sì che le patrie galere si riempiano di tossicodipendenti.

Se solo ci consentissero di frequentare certi salotti che da tempo ci vengono vietati, se solo consentissero a Marco Pannella, ai Radicali di poter spiegare, ne sono certo, il popolo capirebbe.

 

D. La legge elettorale. Come fare?

Uninominale maggioritario anglosassone o francese, che poi è la scelta fatta dagli italiani, che nel 1993 plebiscitarono un referendum radicale. Le elezioni in questo paese non possono essere definite democratiche in base a standard internazionali.

 

D. Un appello al Pg Bonomi.

Parliamo di riforma della giustizia, di diritto e diritti, e magari del reiterato attentato ai diritti civili e politici dei cittadini italiani. Intanto, gli diciamo grazie e aspettiamo il 2 aprile.

 

D. Un’ ultima cosa 

Consentimi di sottolineare che il PRNTT è un’organizzazione politica che potrebbe  consentire - in decine di Parlamenti nello stesso giorno, nella stessa ora, con gli stessi testi legislativi, con lotte nonviolente di massa, convergenti nei diversi paesi - la discussione e l’approvazione di leggi fondamentali per la vita del pianeta e per la libertà dei diritti di tutti.  Io chiedo a chi ci leggerà se non valga la pena di far vivere questo straordinario strumento, che nasce da un altrettanto straordinaria intuizione politica di chi configura un futuro altro, magari come antidoto alle piaghe che hanno consumato il XX secolo. Spettri e topolini che di nuovo tornano ad affacciarsi, anche se c’è chi non è in grado di vederli.

Approfondimenti: 

Qui per scaricare l'intervista di M.Bolognetti

Qui per scaricare la terza parte dell'intervista del PG Bonomi

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