Pena di Morte e pena fino alla morte

Pena di morte

Da Il Quotidiano della Basilicata, 1 dicembre 2011

Di Gaetano Bonomi, Sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Potenza

Ben 70mila esseri umani detenuti - come animali – in spazi chiusi, dalle dimensioni esigue, in grado di accogliere tutt’al più 40.000 persone, ripartiti su appena 201 istituti di pena; sessanta suicidi nelle patrie galere d’Italia nel solo anno 2011; venti minuti di aria al giorno, dopo una convivenza di circa 23 ore al giorno per non meno di sei persone in celle della superfice di 2 metri per sei. Sono queste le cifre salienti ed i numeri del fallimento totale, del default di diritto, dell’assenza di umanità, del carattere quasi delinquenziale di uno Stato che violando palesemente l’articolo 27 della Costituzione, va ad accomodarsi, udite udite, alle celebrazioni avvenute per l’avvenuta eliminazione da parte di alcuni stati africani(Gabon e altri) della pena di morte, mentre in casa propria continua poi ad apllicare una pena come la reclusione fino alla morte. La sensazione di nausea che affligge molti degli operatori del diritto chiamati ad occuparsi, nei vari ruoli di avvocato, magistrato, assistente sociale, agente di polizia penitenziaria, degli esseri umani da cui è popolato il pianeta carcerario è sicuramente di intensità pari se non superiore all’assoluto disinteresse pure manifestato per lka sorte di tali individui da parte di altri cosiddetti operatori della materia, da cui i detenuti sono verosimilmente considerati alla stregua di cave da laboratorio, suscettibili, in quanto tali, di “mera osservazione e valutazione scientifica.”

Ma quando è che saremo tutti un po più seri, rinunciando ad atteggiamenti manichei e di puro perbenismo, per cui quell’amnistia che è chiesta da gente seria ed onesta qual è quella che milita nel Partito Radicale, va respinta o quantomeno guardata con sospetto, solo perché uno Stato incapace non solo deve continuare a far morire le persone in carcere, tra stenti e sofferenze, ma deve anche tentare di apparire(a chi?) come uno Stato munito di una cosiddetta etica, che in realtà non sembra possedere?

 

Anteprima intervista che sarà pubblicata dal settimanale Controsenso sabato 3 dicembre

Bolognetti: “Bonomi  con i Radicali? Che sia il benvenuto”

Bolognetti commenta le dichiarazioni del procuratore generale Bonomi che ha manifestato l’intenzione di iscriversi al PRNTT

di Virginia Cortese

Da due settimane, Controsenso sta pubblicando la lunga intervista che il procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi, ha concesso ai nostri microfoni. Nella scorsa edizione, grande eco ha destato la dichiarazione del Pg che ha manifestato l’intenzione di aderire al Partito Radicale, in seguito alla dismissione dalla sua attuale attività.

Maurizio Bolognetti, Radicale della nostra terra, ha voluto così commentare: “Ringraziamo e diamo il nostro benvenuto al dottor Bonomi per aver preannunciato l’intenzione di volersi iscrivere al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito(PRNTT). I soggetti politici radicali non sono chiese o case chiuse, e auspichiamo che in questa regione in tanti decidano di diventare “azionisti” del PRNTT. Voglio ricordare il preambolo allo statuto del PR: “Il Partito Radicale proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito Radicale, proclama nel loro rispetto la fonte insuperabile di legittimità delle istituzioni, proclama il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge. Richiama se stesso, ed ogni persona che voglia sperare nella vita e nella pace, nella giustizia e nella libertà, allo stretto rispetto, all'attiva difesa di due leggi fondamentali quali: La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo (auspicando che l'intitolazione venga mutata in "Diritti della Persona") e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nonché delle Costituzioni degli Stati che rispettino i principi contenuti nelle due carte; al rifiuto dell'obbedienza e del riconoscimento di legittimità, invece, per chiunque le violi, chiunque non le applichi, chiunque le riduca a verbose dichiarazioni meramente ordinatorie, cioè a non-leggi. Dichiara di conferire all'imperativo del "non uccidere" valore di legge storicamente assoluta, senza eccezioni, nemmeno quella della legittima difesa”. Quella del dottor Bonomi è una dichiarazione importante, la dichiarazione di chi dice “sono radicale anch’io”, per la vita del diritto e il diritto alla vita, magari perché percepisco l’importanza di realizzare “la comunità della e delle democrazia”, perché ritengo che occorra lottare contro la montante antidemocrazia. Di buone ragioni ce ne sono tante e ben esposte sul sito www.radicalparty.org. Ho letto con interesse le considerazioni del dottor Bonomi che definisce il carcere un luogo di tortura. Il PRNTT non è un soggetto che partecipa alle elezioni e ha tra i suoi iscritti parlamentari di ogni parte del mondo.   (Il testo integrale sul settimanale Controsenso in edicola Sabato 3 dicembre)

 

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