Basento avvelenato. Salta fuori la Mythen. La svolta in una comunicazione della prefettura

di Roberto D'Alessandro
da Pisticci.com
Finalmente qualcosa viene a galla. Ed ha il crisma dell’ufficialità. Tutta la valenza istituzionale che può avere un documento diffuso dalla Prefettura. L’inquinamento nel fiume Basento, quello del 17 settembre, che ha ucciso migliaia di pesci, ha una origine di natura chimica, relativamente a sostanze rivenute tanto nel fiume quanto nello scarico della Mythen Spa, un’azienda valbasentana, che sorge a poche centinaia di metri dal corso d’acqua in territorio di Ferrandina. Un opificio che già in passato aveva sollevato più di qualche perplessità.
La comunicazione della Procura è stata fatta pervenire al Comune di Ferrandina. Il sindaco, Saverio D’Amelio, ha provveduto ad emettere un’ordinanza di divieto di prelievo delle acque, che nelle premesse cita “la nota della Prefettura di Matera datata 18 novembre 2011, acquisita al prot. Com. n.19223 del 22 novembre 2011 con la quale informa che l’esito delle analisi chimico fisiche eseguite da Arpab su campioni di acqua prelevati presso il fiume Basento, a monte e a valle dello stabilimento Mythen, nonché allo scarico industriale della medesima azienda, hanno permesso di accertare che gli agenti chimici che hanno determinato l’inquinamento riscontrato nel fiume Basento, a valle dello scarico Mythen, sono gli stessi contenuti nello scarico della stessa ditta”.
Di qui l’ordinanza che vieta “l’attingimento delle acque” del Basento “sia per scopi irrigui, che per dissetare mandrie e greggi, o per qualunque altro scopo, per 1Km a monte dello scarico della Mythen e tutto il tratto del fiume Basento a seguire nel territorio di Ferrandina fino al confine del Comune di Pisticci”, dove fra l’altro il dispositivo incontra idealmente quello di egual portata emesso due mesi fa dal sindaco di Pisticci, Vito Di Trani.
Nella sua ordinanza, inoltre, il senatore D’Amelio, cita anche la determina 401 della Provincia di Matera del febbraio 2009 in cui si dispone “una diffida e sospensione alla scarico” della Mythen. L’azienda, insomma, è già stata attenzionata per i suoi scarichi. Giunta il Val Basento nel 2003 si occupa di produrre biodisel, olio di soia, glicerina pura e fosfato monopotassico “Mythen – si legge sul Quotidiano del 25 luglio 2006 – ha avviato in sintonia con gli enti preposti (Arpab e Forestale) e le istituzioni (Comune e Regione) tutte le procedure necessarie per risolvere alcune criticità del processo produttivo che pure ci sono”. Soluzione che a quanto pare hanno lascito a desiderare. Anche nel novembre 2009 il Corpo Forestale intervenne in prossimità di uno scarico industriale di un opificio di Ferrandina riscontrando valori inquinanti fuori norma, tanto che il direttore di produzione fu deferito all’autorità giudiziaria anche perché la sua ditta aveva già precedenti per reati analoghi. Ma in quel caso non venne fuori il nome dell’industria. “Se, ad esempio, leggo che il keroflux, utilizzato dalla Mythen, provoca gravissimi danni all’ambiente acquatico, non mi sento affatto tranquillo” è il commento del leader Radicale, Maurizio Bolognetti, che proprio alla Mythen dedica alcuni approfondimenti sul suo libro “La peste italiana. Il caso Basilicata”, oltre che alcuni servizi video sul sito fai notizia.it
L’informativa delle Prefettura ha il merito di mettere un punto fermo sull’ultimo caso di inquinamento del fiume Basento e di svelare il contenuto delle tanto richieste analisi dell’Arpab, protette da un segreto istruttorio forse inopportuno che oggi, con questo elemento di novità ufficiale, non ha più motivo di esistere. E’ un fatto concreto che ha mosso anche il sindaco di Ferrandina ad emettere una ordinanza. “Ho voluto aspettare – spiega D’Amelio – le risultanze delle analisi per evitare di produrre documenti avventati sulla base dell’estemporaneità. Adesso ci sono le prove. Mi sembra un atteggiamento di serietà”. Non che i pesci morti non rappresentino un riscontro empirico abbastanza efficace e serio per cautelarsi, come aveva scelto di fare il sindaco Di Trani, che l’ordinanza l’ha emessa dopo dieci giorni dalla moria. Alla fine, comunque, due Comuni confinanti che si affacciano sul Basento hanno stabilito di vietare il prelievo delle sue acque, inquinate chimicamente dalle stesse sostanze presenti nello scarico industriale della Mythen. “Ho sollecitato l’azienda – aggiunge D’Amelio – ad attivarsi per verificare i suoi impianti ed a procedere in modo che le acque di scarico sia convogliate nel fiume con tutti gli accorgimenti necessari. Li ho invitati ad attenersi con rigore a tutte le prescrizioni del caso”. Sarà sufficiente? Intanto due associazioni invocano un segnale dalla giustizia: “Vista la gravità della situazione, la Ola e Ambiente e Legalità chiedono a tutti gli organi competenti di conoscere se sussistono in merito altre iniziative giudiziarie o eventuali cause per danno all’ambiente a carico della società che ha provocato il disastro ambientale. In caso contrario, sarebbe doveroso segnalare l’accaduto alla Magistratura, al fine di intraprendere le necessarie vie legali”. Ma sarebbe anche utile, a questo punto, mettere a disposizione delle istituzioni le analisi dell’Arpab, per conoscere nei dettagli il tipo e le quantità di inquinamento chimico che ha avvelenato il Basento.
P.S. Ci hanno messo due anni, hanno bloccato la pubblicazione del video su alcuni giornali, ma alla fine anche in questo caso i presunti "allarmismi" hanno trovato puntuale riscontro. (M.B.)
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