I Manifesti Abusivi negli spazi comunali

I partiti occupano sistematicamente in modo selvaggio, abusivo e impunito gli spazi di pubbliche affissioni. L'abusivismo e la sua mancata repressione causano un danno enorme alle casse del comune, al servizio di pubbliche affissioni e ai suoi clienti paganti.
Mancato pagamento dei diritti:
- A Roma ci sono tutto l’anno 2674 spazi pubblicitari (cd Pubbliche Affissioni quelli con la scritta SPQR sopra) gestiti direttamente dal Comune, tramite il Dipartimento Attività Economiche e Produttive – U.O. Affissioni e Pubblicità;
- L’affissione è a cura dei servizi del Comune, cui vanno depositati i manifesti e pagati i diritti d’affissione tra 3,50 e 5 euro a spazio per 10 giorni. Il comune assegna gli spazi disponibili e affigge i manifesti, che risultano “timbrati” dal comune con indicazione del periodo pagato;
La perdita di incasso è tra 30.000 e 40.000 euro al mese, tra 330.000 e 470.000 euro l'anno.
A Roma accade, in particolare da quando c’è l’Amministrazione Alemanno, che gli spazi comunali sia quotidianamente coperti dai partiti, che evidentemente li mettono senza passare per l'ufficio comunale senza pagare non c’è infatti il timbro del registro nè sono presenti nell'elenco degli ordini
Il Comune è tenuto a:
- fare le sanzioni (da 200 a 1500 euro a manifesto)
- coprire la pubblicità abusiva
- rimuovere il manifesto e far pagare gli oneri all’abusivo
Il mancato introito per sanzioni:
se fossero fatte e fatte pagare almeno 1 volta a settimana per ogni spazio, l’importo delle sanzioni si aggirerebbe sui 2milioni di euro al mese, diversi milioni di euro l’anno.
Servizio affissioni in passivo
“i dati dimostrano come gli introiti dei diritti di affissione non siano neppure sufficienti a coprire le spese sostenute per l’affissione materiale, eseguita dalla società appaltatrice”, osservando inoltre “come tale deficit nell’ultimo biennio si sia quasi triplicato passando dai 34mila euro del 2008 ai 101mila euro del 2009, ai 58mila euro dei primi 6 mesi del 2010".
Il confronto con altri comuni
Rispetto alle grandi città italiane Roma ottiene introiti nettamente inferiori dal servizio sia in termini assoluti che per metro quadro di spazio espositivo:
- Roma 510 mila euro nel 2009
- Genova e Torino più del doppio con circa 1,2 milioni l'anno
- Milano il quadruplo con 2,2 milioni
- Torino ricava 37 euro a metro quadro
- Genova 48 euro a metro quadro
- Milano 78 euro a metro quadro
- Roma solo 19 euro al metro quadro.
Collegamento con la presenza massiccia di impianti abusivi
il Comune di Roma non rispetta la disposizione del nell’art. 18, c. 3 del D.Lgs. 507/1993 che indica in 18 metri quadri ogni mille abitanti la quantità minima di spazio espositivo per Pubbliche Affissioni, disponendo la città di circa 9 metri quadri ogni mille abitant (5 volte meno di Bologna e nemmeno la metà di Milano). Se si mettesse in regola il comune potrebbe arrivare ad incassare 5 milioni di euro l'anno.
Documentazione:
- documentazione fotografica
- copia del registro cronologico delle commesse all'ufficio affissioni del comune per gli anni 2010 e 2011 (fino alla fine di ottobre)
- "Indagine sul settore Affisioni e pubblicità" del gennaio 2011 dell'Agenzia di controllo sui servizi pubblici locali del Comune di Roma. Il capitolo 2 è dedicato interamente agli spazi di Pubbliche Affissioni
- esposto alla Corte dei Conti per accertare danno erariale per mancato introito di diritti e sanzioni
- esposto alla Procura per accertare omissione atti d'ufficio d’ufficio a carico degli uffici pubblici preposti al controllo e alla sanzione degli abusi e abuso d'ufficio da parte del sindaco Alemanno
Il 20 aprile 2009 Mario Staderini aveva già presentato atto di diffida nei confronti di Alemanno, dell’Ass. Bordoni, del Capo dei Vigili Urbani ed al Prefetto per compiere gli atti che la legge gli impone (sanzioni, rimozioni, ecc.) e che ad oggi non fanno.
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