USA: Nessuno tocchi Caino, sulla pena di morte gli USA insieme agli stati canaglia

Pena di morte

 

 Non è una bella compagnia quella che sulla pena di morte vede gli Stati Uniti insieme a tanti ‘Stati canaglia’,” ha dichiarato Sergio D’Elia dopo l’esecuzione in Georgia di Troy Davis. “Un uomo molto probabilmente innocente, l’ultimo di una lunga serie di giustiziati la cui colpevolezza era quantomeno dubbia,” prosegue D’Elia, secondo il quale “è ora che gli USA si liberino dell’anacronismo della pena di morte, un ferrovecchio usato a man bassa ormai solo da Cina, Iran e Corea del Nord, che sono i primi paesi-boia del mondo e che gli Stati Uniti giustamente denunciano per la loro sistematica violazione dei diritti umani.” “La grande democrazia americana non può permettersi di usare gli stessi metodi, amministrando una giustizia così spietata, che non è giustizia e che, nella foga di giudicare, molto spesso, non risparmia neppure gli innocenti.” “L’applicazione nella più antica e solida democrazia dell’arcaica concezione biblica dell’occhio per occhio, quando non riesce a essere neanche garantista, non fa una grande differenza – conclude D’Elia – rispetto all’applicazione sommaria della legge del taglione così in voga nei regimi e tra gli integralisti islamici.
 

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