Carceri: visita ispettiva del capogruppo alla Regione Lazio, avv. Giuseppe Rossodivita presso il carcere di Cassino

Carcere Cassino

Nell’ambito dell’iniziativa in corso finalizzata ad ottenere una convocazione straordinaria del Parlamento il Capogruppo della Lista Bonino-Pannella, Federalisti Europei al Consiglio Regionale del Lazio ha effettuato questa mattina una visita a sorpresa presso la casa Circondariale di Cassino.

La struttura che ha una capienza massima per 187 detenuti attualmente ne ospita 287 – di cui circa 50 definitivi mentre il resto è in custodia cautelare - dunque 100 in più della capienza massima tollerabile, mentre il personale della polizia penitenziaria è composto, secondo la pianta organica del 2001 parametrata sulla capienza di 187 detenuti, da 134 agenti di polizia penitenziaria in servizio.
Nel corso della visita ispettiva, che si è svolta attraverso la visita dei reparti – compreso un reparto speciale destinato alla custodia dei reclusi cd. sex offender – della matricola, della cucina, dell’infermeria ed attraverso il colloquio con i detenuti, con il personale e con la vicedirettrice presente presso la struttura sono emerse le seguenti criticità:
-         la scarsa presenza del magistrato di sorveglianza che i detenuti, di fatto, possono incontrare ogni 6/7 mesi. Il magistrato di sorveglianza, difatti, deve corrispondere alle istanze dei detenuti del carcere di Cassino, unitamente a quelle dei detenuti di altre 3 strutture oltre a far parte del collegio del Tribunale di Sorveglianza di Roma;
-         la scarsa presenza dello psicologo che, analogamente al magistrato di sorveglianza, riesce a corrispondere alle richieste dei detenuti con cadenza di circa sette/otto mesi con colloqui di circa 15 minuti;
-         la scarsità di fondi per il lavoro; solamente 45/50 detenuti sono ammessi al lavoro in carcere il che crea seri problemi anche per coloro che sono giunti al fine pena e che escono dal carcere senza alcuna risorsa economica, problemi che diventano drammi per coloro che non possono contare su nessun appoggio famigliare;
-         la pendenza di diversi progetti presso la Regione Lazio e che potrebbero contribuire in maniera decisiva alle attività trattamentali, ma che sino ad ora non hanno ricevuto alcun riscontro.
In queste condizioni i detenuti possono trascorrere quattro ore al giorno all’aria e 20 ore chiusi in cella.
Nei vecchi reparti le celle, di circa 11 metri quadrati al lordo del mobilio e del bagno, ospitano due detenuti che dunque possono disporre di 3-4 metri quadri ciascuno; nel nuovo reparto le celle sono di circa 25 metri quadrati, hanno bagni separati ed ulteriori spazi destinati alla cucina ed ospitano cinque detenuti.  
 In questo contesto l’avv. Giuseppe Rossodivita ha dichiarato: “ La realtà della Casa Circondariale di Cassino, seppur migliore di moltissime altre, presenta tutte le criticità determinate dal sovraffollamento e dalla bancarotta della giustizia italiana che si riverbera, quale sua appendice spesso nascosta, nelle carceri italiane. La scarsità di uomini, mezzi e risorse consente un “tirare a campare” che è reso possibile solo dall’abnegazione del personale di ogni ordine e grado. Si tratta però di un tirare a campare che non ha nulla a che vedere né con la rieducazione del condannato che pure è scritta nella Costituzione, né con la tutela della dignità delle persone, spesso in custodia cautelare e dunque presunte innocenti. Dei circa 230 detenuti del carcere di Cassino in custodia cautelare, le statistiche ci dicono che circa 100 verranno assolte e, se adeguatamente assistiti, potranno richiedere i danni per ingiusta detenzione allo Stato Italiano.” 
 

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