Città meno vuote, gli ospedali reggeranno l'emergenza? Il caso scandaloso della "piazzetta" del Policlinico Umberto I

Abituati a vedere le città che si svuotano in agosto, i servizi pubblici si adeguano ad una popolazione ridotta garantendo al tempo stesso le ferie al personale. E' quanto accade anche per le strutture ospedaliere e per i pronto soccorso. Se l'esodo dalle città sarà ridotto, c'è il rischio che i servizi d'emergenza si trovino in estrema difficoltà.
A fronte di una media di 375 accessi quotidiani, la struttura è a dir poco inadeguata, se non completamente fuori da ogni norma igienica e sanitaria.
Parlare in condizioni simili di diritto alla salute e' fuoriluogo, più adeguato sostenere la violazione dei diritti umani e della dignità delle persone.
In un ambiente senza finestre con un soffitto molto basso su cui si affacciano delle stanze dei medici ricavate ricavate con dei separee' stazionano fino a 72 ore (3 giorni!) malati in promiscuità indecente: uomini e donne su barelle una attaccata all'altra, dove si permette l'accesso ai familiari come soluzione -fuori da ogni regola del pronto soccorso- per far mangiare e nutrire i degenti a fronte di una carenza di personale medico e infermieristico cronico.
Se le condizioni dei malati appaiono inaccettabili, anche quelle di lavoro dei sanitari (per lo più precari) non garantiscono una gestione funzionale ed efficiente.
Sarebbe urgente un intervento della Regione Lazio che nella persona del presidente Polverini è il Commissario ad acta per la realizzazione degli obiettivi di risanamento finanziario previsti dal piano di rientro dei disavanzi regionali nel settore sanitario.
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