UIL Penitenziari Basilicata: "Grati al Presidente Napolitano e all'On. Pannella"

Uil Penitenziari

E’ doveroso ringraziare la Uil PA per il modo in cui in questi anni ha saputo porre all’attenzione della politica regionale i problemi della “Comunità penitenziaria”. Nel farlo, una volta di più, gioverà ricordare quanto scritto nella mozione generale dell’ultimo congresso di Radicali Italiani: “di fronte al collasso della giustizia italiana, massimo problema istituzionale e sociale che coinvolge milioni di famiglie e soffoca l'economia, né il Governo né il Parlamento hanno provveduto, nonostante il costante e fattivo impegno dei parlamentari radicali, a quella riforma strutturale e organica in assenza della quale viene meno qualsiasi possibilità per il nostro Paese di ripristinare legalità e Costituzione.

Considerata l'urgenza di interrompere le vere e proprie torture che subiscono quotidianamente detenuti e agenti penitenziari, già costretti in condizioni disumane a causa dell'ulteriore aumento della popolazione carceraria (68.527 detenuti su una capienza di 44.612 posti), dà mandato agli organi dirigenti di convocare gli "Stati Generali delle carceri" per mobilitare tutti coloro che non sono disposti a tollerare quello che appare oggi come un consistente e allarmante nucleo di nuova Shoah”. 
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani
Comunicato Stampa del 24.07.2011
UIL Penitenziari: “Grati al Presidente Napolitano e all’On. Pannella”
 
È da tempo che la UILPA Penitenziari con ogni mezzo ha cercato di far giungere ai media e al mondo politico, la grave situazione in cui versano le carceri italiane e le condizioni lavorative disastrose del personale di Polizia Penitenziaria.
 
Proprio il 14 luglio c.a. nuovamente questa organizzazione sindacale, ha comunicato i dati relativi al primo semestre 2011 del mondo penitenziario, che vede una presenza di quasi 67.000 detenuti (34 suicidi, 532 tentati suicidi, 2583 gesti di autolesionismo, 3392 proteste) a fronte di una capienza regolare di 43.000 posti. Contemporaneamente, il Corpo di Polizia Penitenziaria è costretto a lavorare in emergenza, vedendosi ogni anno, sempre più ristretto e con ulteriori nuovi compiti e servizi. Nel 2011 la pianta organica era stata prevista con un D.M. con 41.300 unità che vedeva una presenza detentiva di 43.000 detenuti, oggi il personale risulta 37.368 su 67000 detenuti (da considerare che quasi 3000 Agenti lavorano fuori dal contesto carcerario, impiegati in altri compiti), quindi all’appello mancano 8000 unità.
 
Oramai l’emergenza carceri è stata dichiarata tempo, ma nulla è stato fatto, nessun intervento da parte del mondo politico che è rimasto passivo a tutte le denunce avanzate, a dichiararlo è Donato SABIA vice segretario regionale della UILPA Penitenziari Basilicata.
 
La UIL non può che ringraziare il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che è intervenuto in merito al sovraffollamento delle carceri richiamando l’attenzione di tutti i soggetti istituzionali responsabili sollecitandoli ad adottare le indispensabili misure amministrative, organizzative e legislative, precisando che: “non sono ammissibili sottovalutazioni e fatalismi di fronte a situazioni drammaticamente incompatibili con il rispetto della dignità delle persone e con la necessità di fornire un servizio Giustizia efficiente, a garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini”.
 
Questo sindacato ha anche espresso la piena condivisione dei contenuti della lettera inviata dal Presidente della Repubblica all’On. Marco PANNELLA, perché desista dalla battaglia intrapresa con lo sciopero della fame, cosa che è avvenuta il 19 luglio, unitamente a Rita BERNARDINI deputata radicale. La UILPA Penitenziari della Basilicata in linea con la segreteria Nazionale, ha manifestato la piena solidarietà all’On. Pannella per la propria battaglia, …che dopo 90 giorni di sciopero della fame, ha ottenuto il primo segnale, un confronto sul tema GIUSTIZIA (convegno): “ In nome della legge e del popolo sovrano”, che si terrà a Roma il 28 e 29 luglio, con il Presidente Napolitano e il Presidente del Senato Schifani. 

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