Legge 194. Occorre che il ministero renda noto il numero dei ginecologi italiani obiettori di coscienza

Legge 194 sull'aborto
Con il collega Marco Perduca abbiamo rivolto un'interrogazione al ministro della Salute segnalando che in alcuni ospedali, come quello di Arezzo, tutti i medici specialisti del reparto ginecologia ostetricia si dichiarano obiettori di coscienza rispetto alla legge 194 sull'interruzione anticipata di gravidanza, rendendo in questo modo indisponibile tale servizio nel Comune. Oltre a questo, per l'anno 2011 risulta ancora da prodursi la relazione annuale al Parlamento sull'applicazione della legge 194, la cui presentazione è secondo i termini di legge effettuata dal Ministro della Salute entro il mese di febbraio.
Secondo l'ultima relazione presentata (anno 2010) il tasso di obiettori di coscienza tra i ginecologi italiani impegnati nelle strutture pubbliche è di circa sette ogni dieci. In un tale quadro, se si vuole garantire il servizio prescritto dalla legge 194, le Asl sono costrette a sobbarcare di lavoro i pochi medici ginecologi che non si avvalgono dell'obiezione di
coscienza.
Per queste ragioni, chiediamo di sapere:
-le motivazioni per cui il Ministro non ha ancora depositato al Parlamento la relazione annuale sull'applicazione della legge 194 e se non intenda presentarla quanto prima;
-il numero per ogni Asl e struttura ospedaliera pubblica dei ginecologi disponibili con la specificazione di quanti di questi si dichiarino obiettori di coscienza;
-cosa intende fare per garantire presso ogni presidio ospedaliero dove sia presente jhyun reparto di ginecologia ostetricia, la disponibilità costante di medici disponibili a effettuare interruzioni anticipate di gravidanza.
Dichiarazione della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale
 

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