Appello a sostegno dell'iniziativa nonviolenta di Marco Pannella. Bolognetti: Dopo l'adesione del Governatore Vito De Filippo, mi auguro che si esprima anche il Consiglio Regionale

Marco Pannella sciopero sete 2011
Sono oltre 300 le personalità e gli esponenti del mondo della politica che hanno sottoscritto in queste ore l’appello a sostegno dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella. Appello che, come è possibile leggere su radicali.it, “richiama l’attenzione sulla necessità e l’urgenza di affrontare la crisi della giustizia e l’emergenza carceraria”. Tra coloro che hanno sottoscritto Don Luigi Ciotti, Franco Battiato, Ennio Morricone, Paolo Villaggio, Don Andrea Gallo, giuristi, deputati e senatori di tutti i gruppi, religiosi, rappresentanti del mondo penitenziario e della cultura. Don Andrea Gallo, della Comunità San Benedetto, nel sottoscrivere l’appello ha affermato: "Con determinazione sostengo l’appello per Marco Pannella. Da sempre per questo vecchio prete, Pannella è l’unico profeta laico disarmato che testimonia in difesa dei Diritti civili. La crisi della Giustizia, l’emergenza del sovraffollamento delle carceri è il punto di partenza per frenare la caduta della Civiltà umana e cristiana.
Come ricordato dallo stesso Pannella, l’obiettivo dell’iniziativa nonviolenta, che coinvolge oltre 15000 persone e tra queste 12000 detenuti, “è quello di far rientrare nella legalità lo Stato italiano”, nella consapevolezza che in Italia “da decenni si stanno realizzando forme di detenzione che non sono previste e tollerate dalla legge italiana e internazionale.”
Il leader radicale il 24 giugno ha sospeso lo sciopero della sete(mentre dal 20 aprile prosegue lo sciopero della fame), per “corrispondere e rispondere” all’atto istituzionale compiuto dal Presidente della Repubblica che ha voluto riconoscere ufficialmente senso e valore della lotta nonviolenta condotta da Pannella.
A chi dice che la Costituzione italiana è la “più bella” del mondo, gioverà sottolineare che quella Costituzione è stata ripetutamente tradita. Palese, per esempio, il tradimento dell’articolo 27 con pene detentive che si traducono, secondo i canoni del diritto internazionale, in vere e proprie torture. Non a caso nell’ultimo congresso di Radicali Italiani, riferendoci alla “comunità penitenziaria”, affermavamo l’urgenza di “interrompere le vere e proprie torture che subiscono quotidianamente detenuti e agenti di Polizia Penitenziaria.” Non a caso, da mesi Marco Pannella, riferendosi alle carceri, parla di “un consistente e allarmante nucleo di nuova shoah.”
In queste ore stiamo opponendo la nostra richiesta di un’amnistia legale, costituzionalmente prevista, che in Italia manca da circa 20 anni, a quella amnistia clandestina e di classe che ogni anno prende corpo con circa 200000 prescrizioni.
Ecco, i più tacciano sulle agghiaccianti cifre dell’amnistia di fatto che si traduce in negazione di giustizia per imputanti e vittime, ma non esitano a strapparsi le vesti quando c’è chi, come Pannella e i radicali, vorrebbe che il “Palazzo” discutesse di un’amnistia come provvedimento per riportare le carceri di questo paese nella legalità e come strumento “per rimettere in cammino legale l’amministrazione della giustizia”. Lo stesso Pannella, in una lunga intervista al Manifesto, ha dichiarato: “Noi chiediamo l’amnistia più grande degli ultimi 60 anni, quella che elimina una buona parte dei processi da smaltire. In modo che il giorno dopo si possa ricominciare in piena legalità ad assicurare i tre gradi di giudizio agli imputati”. Oggi, in Italia c’è un carico processuale pari a 5 milioni di processi civili e 4 milioni di processi penali.
Nel paese che ha dato i natali a Cesare Beccaria, nel solo 2010, ben 1137 detenuti hanno tentato di togliersi la vita; nel paese che dovrebbe essere la culla del diritto, tra il 2000 e il 2010, si sono suicidati 650 detenuti e 87 agenti di Polizia Penitenziaria. Queste sono le crude cifre che raccontano quale inferno siano le patrie galere. Marco Pannella con la sua iniziativa nonviolenta ha nutrito la sua e nostra fame e sete di legalità, giustizia, democrazia e stato di diritto. Nel ringraziare il Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, che ha voluto aggiungere la sua firma in calce all’appello a sostegno dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella, esprimo l’auspicio che sulle questioni sollevate dal leader radicale possa esprimersi l’intero consiglio regionale con l’approvazione di una mozione.
 
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
 

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