Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Si potrà pur dire che il blitz realizzato dai compagni radicali, che hanno illuminato con la loro azione nonviolenta la notte romana, mi ha ricordato il blitz organizzato dagli antifascisti di “Giustizia e libertà” l’11 luglio del 1930? Allora, un aereo sfrecciò sul cielo di Milano e piovvero sulla testa dei milanesi non meno di centocinquantamila volantini. Su uno di questi era dato leggere:“Giustizia e libertà saluta Milano, città delle Cinque giornate. Insorgere! Risorgere!” Oggi, non un aereo, ma un autobus a due piani, con a bordo la forza militante e antipartitocratica, resistente e partigiana di un manipolo di radicali, armata di proiettore ha provato a squarciare il muro della censura e della disinformazione di regime. Il Satyagraha radicale si nutre anche di questo. Il Satyagraha radicale è questo. La tradizione di lotta dei fratelli Rosselli e di Giustizia e Libertà vive nell’azione corsara e partigiana dei radicali. La fame e la sete di verità, di legalità, di giustizia e democrazia a cui sta dando corpo Marco Pannella alimenta la “rivolta ghandiana, sociale, politica e morale”, tema del penultimo congresso di Radicali Italiani. Cosa altro aggiungere, se non che oggi i veri confinati sono coloro che asserragliati nel “Palazzo” sembrano essere incapaci di ascoltare e di agire di fronte al disfacimento dello Stato di diritto.
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