Sanità, Radicali: rischio chiusura dei laboratori di analisi. Interrogazione urgente dei Consiglieri Berardo e Rossodivita

Le nuove norme previste dal Decreto del Commissario alla Sanità Polverini sull’accreditamento dei laboratori di analisi privati sono al centro di un’interrogazione urgente presentata oggi dai Consiglieri regionali della Lista Bonino Pannella Federalisti europei Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita.
Il Decreto del Commissario ad Acta n° 54 del 9 luglio 2010 ha individuato, infatti, quale ulteriore requisito per l'accreditamento dei laboratori privati, una soglia minima di attività pari a 100mila analisi all'anno a partire dal 2011. Un volume di prestazioni di fatto irraggiungibile per circa il 70 per cento delle strutture che, quindi, dovranno perciò uscire dal Sistema sanitario regionale limitandosi ad operare in regime privato. Tali strutture saranno quelle a conduzione prevalentemente familiare, con volumi di affari particolarmente contenuti, ma saranno anche quelle dove il rapporto con il professionista è più immediato e diretto, dove le categorie più vulnerabili (anziani e bambini) si rivolgono con maggiore frequenza.
Il Decreto, tuttavia, riconosce "la possibilità di avvalersi per il raggiungimento della soglia anche di eventuali modalità aggregative tra strutture, che verranno definite con successivi provvedimenti" ma, ad oggi nulla è stato ancora definito in merito alle modalità di tale annunciata aggregazione, lasciando nella totale incertezza almeno 400 strutture (su 600 nella regione Lazio), 2.000 operatori ed un'utenza di oltre 160mila contatti al mese.
“La mancanza di criteri certi sta creando una situazione insostenibile per gli operatori e per i cittadini” dichiarano i consiglieri Berardo e Rossodivita “e l'aver indicato una possibilità di aggregazione senza averla definita nel merito equivale ad una smentita di fatto delle intenzioni annunciate dalla Polverini”. “Sfugge, poi “sottolineano i consiglieri radicali “la strategia che ha ispirato l'introduzione della soglia minima di attività e temiamo che l'offerta si sposterà in poche strutture perdendo la capillarità che oramai fa parte del servizio che i cittadini pretendono, mentre nulla accadrà nella direzione del miglioramento del servizio e dell'economicità della gestione regionale”. “Con la nostra interrogazione” precisano Berardo e Rossodivita “vogliamo sapere, tra l’altro, quali saranno i tempi tra emanazione della relativa normativa e la scadenza per l'effettivo conseguimento dello status di nuova forma associativa.”
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