Debito del Comune di Roma: è il caos politico e amministrativo e i romani ne pagano i costi

Campidoglio

Il commissario al debito del comune di Roma Varazzani è illegittimamente ancora al suo posto. Infatti, nonostante il ministro Tremonti si sia speso in tutti i modi, svelando il proprio interesse diretto e personale a mantenere in carica l'ex Ad di Cassa Depositi e Prestiti, e costringendo l'avvocatura dello stato a difedere una posizione indifendibile, il Tar ha sospeso l'efficacia del secondo decreto di nomina del commissario dopo che già, a dicembre scorso, era stato annullato il primo. Ora si va verso il molto probabile giudizio di annullamento anche di questo decreto con l'emergere dell'incostituzionalità della parte del milleproroghe dedicata al debito di Roma.

E' il caos amministrativo e l'irresponsabilità politica al governo della capitale, e gli autori sono il governo e il sindaco Alemanno, mentre i romani pagano con maggiori oneri fiscali il costo di procedure illegittime e prive della minima trasparenza.

L'operato della gestione commissariale avviata ormai da tre anni è avvolto nel mistero.

L'assemblea capitolina, per quanto sollevata dalle proprie competenze per effetto del commissariamento, ha il dovere di chiedere almeno di conoscere e di far conoscere a cittadini romani il rendiconto dettagliato dell'attività dei commissari succedutisi: aggiornamento della ricognizione del debito; stato di attuazione del piano di rientro; flussi di cassa della gestione commissariale.

 

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Roma

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