Amianto/Latronico, Bolognetti: Ma non si era detto che la rimozione era "necessaria" e "urgente"

Amianto

 

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
 
Latronico – Il 12 giugno 2010, un incendio provocato dal solito corto circuito distrugge parzialmente un capannone con copertura in amianto sito in località Sant’Antonio.
Sulla vicenda il comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Potenza e la stazione dei Carabinieri di Latronico indirizzano una nota al comune della cittadina del lagonegrese, rispettivamente il 13 giugno 2010 e il 6 luglio 2010. In entrambe le note si sottolinea la necessità di procedere “con urgenza” alla bonifica delle coperture in amianto sia del capannone interessato dall’incendio, sia del capannone adiacente, entrambi di proprietà della famiglia Falabella.
 
Il 9 luglio 2010, a 27 giorni dall’incidente, il sindaco di Latronico emette l’ordinanza n.78 con la quale ordina agli eredi Falabella “la bonifica dei capannoni”, “al fine” - scrive il sindaco – “di tutelare la salute pubblica e di eliminare il rischio di esposizione della popolazione e dei lavoratori alle fibre d’amianto.”
Nella sopra citata ordinanza si afferma che “ricorrono i presupposti e le ragioni per svolgere con celerità e tempestività il procedimento amministrativo oggetto del presente atto allo scopo di evitare l’aggravamento della situazione e salvaguardare la salute pubblica.
 
L’ordinanza viene notificata oltre che ai proprietari degli immobili(Eredi Falabella), anche alla ditta Edilmacchine Vecchione srl.
 
Il sindaco invita i proprietari ad individuare una ditta “che provveda alla rimozione ed allo smaltimento dei materiali in cemento-amianto entro 30 giorni”.
 
Insomma, a pochi giorni dall’incendio, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Comune concordano nel ritenere “necessaria” e “urgente” la rimozione dei manufatti in cemento-amianto presenti in località Sant’Antonio di Latronico.” Ripeto: non solo “necessaria”, ma anche “URGENTE”.
 
Considerando che ad un anno di distanza dall’incendio, i 7500 Kg di amianto dei capannoni di proprietà degli “eredi Falabella” non risultano ancora rimossi, verrebbe da chiedersi quale significato i protagonisti di questa vicenda attribuiscano alla parola “URGENTE”.
 
Prima di porre domande a chi ha il dovere di dare risposte, voglio però procedere nella ricostruzione di questa singolare vicenda.
 
Il 19 ottobre 2010(a quattro mesi dall’incendio), il sig. Falabella Egidio comunica di aver dato mandato alla società Geos-S SRL di “provvedere alla bonifica dei capannoni.”
Il 4 novembre 2010, il comune di Latronico, in una nota inviata agli eredi Falabella e alla ASP di Lagonegro, scrive: “Considerato il prolungarsi dei tempi per la risoluzione della problematica in oggetto, con la presente si diffida a voler rispettare i tempi previsti nella nota della Soc. Geos-S SRL, che si ritengono improrogabili. Se ciò non dovesse avvenire si procederà a dar corso alle procedure di legge.”
Il 23 novembre 2010(a cinque mesi dall’incendio che ha mandato a fuoco parte della copertura in eternit di uno dei due capannoni), gli eredi Falabella segnalano al comune che la Geos-S SRL ha presentato il piano di lavoro all’ASP di Lagonegro.
Il 24 gennaio 2011, a sette mesi dall’incendio e alla faccia dell’urgenza, gli eredi Falabella comunicano al comune che l’ASP di Lagonegro, in data 26 novembre 2010, ha dato il placet al piano di lavoro presentato dalla Geos-S.
Il 27 gennaio 2011, gli eredi Falabella chiedono alla Edilmacchine Vecchione Srl di mettere a disposizione i locali per consentire i “lavori di bonifica”. La nota viene inviata per conoscenza al comune di Latronico. I locali in oggetto, è bene precisarlo, sono occupati solo da alcuni macchinari certo non difficili da spostare. 
 
E arriviamo finalmente al maggio 2011, e cioè a quasi un anno dall’incendio provocato dal solito corto circuito. Continuo a passare davanti ai capannoni ubicati a poche decine di metri in linea d’aria dal centro del paese e a ridosso di alcune abitazioni, ma dei lavori “necessari” e “urgenti” non c’è traccia alcuna.
Da tutta questa vicenda emerge un’assoluta mancanza di rispetto per l’ambiente e per la salute dei cittadini, considerando che la presenza dell’amianto in località Sant’Antonio rappresenta un potenziale pericolo per la salute umana. Al comune di Latronico e al Primo cittadino chiedo di intervenire per dare concreta applicazione all’ordinanza N° 78 del luglio 2010 e restituire significato alle parole “Necessario” e “Urgente”.
 
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