Pannella su Lassini, referendum e sciopero della fame

Stralci dalla conversazione a Radio Radicale
LASSINI: ORMAI è CANDIDATO ED ESPRIME LA PANCIA BERLUSCONIANA
"Ci hanno pensato tardi a chiedergli di uscire dalla lista, perché lo hanno fatto quando non era più tecnicamente possibile". E' il commento di Marco Pannella sulla candidatura di Roberto Lassini nelle liste del Pdl al Comune di Milano e sulle polemiche sui suoi manifesti elettorali.
Pannella ha spiegato che la posizione de Il Giornale, rappresentata dall'intervento del direttore Alessandro Sallusti, è "ineccepibile: questi manifesti rappresentano il ventre, la pancia berlusconiana. E allora lo si fa fuori da candidato, perché è lui, mentre va bene quando esprime quelle posizioni il Presidente del Consiglio".
"Sallusti poi è certamente un anti-montanelliano, butta carte e intonazioni che appartengono alla caricatura del fascismo. Ma Sallusti in fondo dice una verità: Lassini interpreta una parte dei sentimenti di quel popolo, e Libero e Il Giornale hanno quella funzione", ha concluso Pannella.
REFERENDUM TRADITI? POCO CREDIBILI GLI ULULATI DI OGGI
"Leggi che tradiscono i referendum? E dove sta la notizia? Nella nostra esperienza parlamentare degli anni Settanta abbiamo visto tentativi smaccati di cancellare i referendum, in cui il centrosinistra e il Presidente della Repubblica facevano di tutto per far fuori i nostri quesiti. Oggi dunque questi ululati sul fatto che il governo Berlusconi fa una delle cose che gli altri hanno fatto sempre mi fanno sorridere. Forse vale la pena di ricordare che il Partito Comunista Italian, dal 1972 al 1974 il partito - di fronte ad una Dc che era marmellata - che cercava di abolire o superare la legge Fortuna per non fare quel referendum sul divorzio che poi vincemmo"
MIO SCIOPERO DELLA FAME ANCHE PER MORTI DEL MEDITERRANEO
"Una opposizione che faccia il suo mestiere, che sia pro-rivolta o contro la rivolta in Libia, pro-intervento armato o contro l'intervento armato, dovrebbe porsi il problema delle migliaia di morti che fanno oggi del Mediterraneo un cimitero".
Lo ha detto Marco Pannella, nel corso della consueta conversazione dominicale con Radio Radicale, tornando a spiegare le ragioni dello sciopero della fame che sta conducendo dallo scorso martedì.
"Berlusconi non è che avesse a sua disposizione particolari strumenti culturali, andava dai dittatori e gli diceva che tutti lo amavano, come è successo a Lukashenko, Io voglio sapere perchè sappiamo di tragedie solo se arrivano dei cadaveri sulle spiagge. E molto spesso le correnti non portano i cadaveri sulle spiagge. A nessuno interessa? Perchè nessuno pensa di usare i sofisticatissimi satelliti che tutto il mondo occidentale possiede per monitorare il mare, pieno di carrette e di disperati?", ha detto Pannella.
"Oggi il problema è quello che chiamo della democrazia reale".Il problema è che "oggi anche gli eredi del Pci sono in qualche modo responsabili della "degenerazione del regime italiano": "Senza accanimento di sorta dico che il post- Pci ha continuato ad essere una causa, una componente, della degenerazione anti-democratica di questo sessantennio. E il problema rimane quanto tutta la ricerca storica, il costituzionalismo italiano, liquidato il conto con i costituzionalisti laici, con coloro che avevano proposto una lettura diversa dello sviluppo culturale e politico del mondo anglosassone piuttosto che di quello europeo, sia stato in grado di rispondere alla domanda che pongo.
Pannella è tornato ad esprimere "non un obiettivo ma un auspicio, che sia possibile almeno al Presidente della Repubblica italiana conoscere un po' di più la storia, e quel che facciamo".
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